Ucciso il nipote del boss. Scontro Troncone-Baratto

Andrea Merolla sorpreso dai killer: è deceduto al S. Paolo

NAPOLI – L’omicidio di Andrea Merolla rischia di passare alle cronache come il punto di non ritorno nella nuova faida che potrebbe sconvolgere gli equilibri criminali nel quartiere di Fuorigrotta. Il 30enne, soprannominato ‘Il Turco’, è stato vittima di un agguato nella serata di mercoledì in via Caio Duilio, una delle zone ritenute dall’Antimafia sotto il controllo del clan Troncone. Nella zona, infatti, ci sarebbe anche un bar riconducibile proprio a familiari del boss Vitale Troncone. Proprio lì, però, è entrato in azione un commando composto da due killer in sella a uno scooter che hanno intercettato Andrea Merolla. Il 30enne, con piccoli precedenti penali e comunque non collegati alla criminalità organizzata, ha cercato di sfuggire ai killer provando a rifugiarsi in un distributore di carburanti ma qui è stato raggiunto dai killer. Almeno sei i colpi d’arma da fuoco esplosi all’indirizzo del 30enne prima di darsi alla fuga. Sul luogo del delitto alcuni presenti hanno trasportato al vicino ospedale “San Paolo” il giovane che, nonostante le gravi ferite, era ancora vivo. I medici hanno cercato di salvargli la vita ma alla fine è stato tutto inutile.

Il 30enne deceduto era il nipote del boss Vitale Troncone. L’agguato, di chiara matrice camorristica, non può che indurre gli investigatori della Squadra Mobile della Questura, a circoscrivere il delitto proprio nell’ambito dei clan del quartiere. Un messaggio, anzi, una vera e propria dichiarazione di guerra alla cosca Troncone da parte di chi è pronto ad uccidere ancora pur di conquistare il controllo degli affari illeciti sul territorio. Per questo motivo la prima ipotesi degli investigatori, che però dovrà essere confermata attraverso attività info-investigative, è quella che porta ai Baratto-Bianco. Infatti a questo gruppo apparteneva Antonio Volpe, il 77enne ras ‘freddato’ in via Leopardi nel marzo scorso. Una morte che non trovò immediata risposta. Per questo gli investigatori non escludono che l’uccisione di Merolla possa essere collegata proprio ai Baratto-Bianco. Del resto Volpe era il cognato di Antonio Bianco detto Cerasella, ed era legato a doppio filo ad Antonio e Raffaele Baratto, noti come i Calascioni, per aver sposato una delle sorelle dei Baratto.

Due omicidi di parenti dei boss. E chissà che anche questo non possa essere un indizio sulla ‘mano’ dei killer anche Volpe era ritenuto pienamente inserito nel proprio gruppo di riferimento, anche se era uscito dal carcere pochi mesi prima di essere ammazzato.

In questo scenario non va però nemmeno dimenticato l’agguato al ras Gaetano Mercurio detto Sfilatino, anch’egli ritenuto vicino al clan Troncone, avvenuto nel marzo dello scorso anno. Dopo un mese di agonia il 43enne morì in ospedale per le gravi ferite riportate.

Inoltre nell’attuale scenario malavitoso di Fuorigrotta va collocato anche il clan Iadonisi del rione Lauro, che però sarebbe indicato alle prese con problematiche interne e, soprattutto, con la separazione dagli storici alleati dei Cesi. Una conferma della scissione che è stata confermata dal collaboratore di giustizia Gennaro Carra.

Per l’Antimafia “lo scenario criminale del quartiere di Fuorigrotta è contraddistinto dalle tre aree rispettivamente sotto il controllo del gruppo Iadonisi, del clan Baratto e del clan Zazo-Troncone. Nel quartiere si registrerebbe una fase di disorientamento organizzativo causata dall’assenza di direttivi. In tale contesto potrebbe diventare influente la scarcerazione, avvenuta il 21 dicembre 2020, di un elemento apicale del clan Troncone, vale a dire proprio il boss Vitale Troncone, sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel comune di residenza”.

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