Ucraina, Crosetto: “Conte fomenta odio sull’invio di armi a Kiev”

Le parole del ministro della Difesa

Foto Mauro Scrobogna / LaPresse Nella foto: Guido Crosetto Ministro della Difesa

MILANO – Per il ministro della Difesa, Guido Crosetto, “Conte è troppo intelligente per non capire che sta alimentando l’odio verso persone fisiche, che ha identificato per contrapposizione politica” riguardo all’invio di armi all’Ucraina.

“Tutto quello che questo governo sta facendo nei confronti dell’Ucraina – ha aggiunto Crosetto in un’intervista al ‘Corriere della Sera’ – è implementare le decisioni dell’esecutivo Draghi, della cui coalizione Conte guidava il partito maggiore. All’ex premier vorrei ricordare che tutto ciò che è stato inviato negli ultimi mesi a 360 gradi, non solo aiuti militari, è stato deliberato sulla base di cinque decreti definiti dal precedente governo”.

Quanto all’accusa di essere guerrafondaio, mossa da Conte al governo Meloni, Crosetto dice: “Se inviare armi all’Ucraina significa essere guerrafondai, chi può fregiarsi di quel titolo è lui e il suo partito in primis. Io non la penso così, l’aiuto a una nazione attaccata è cosa diversa dall’essere guerrafondai”. Per Crosetto, anche se molti italiani sono contrari all’invio di aiuti militari a Kiev “ci sono impegni da rispettare”.

“Le parole vanno usate con responsabilità – è il monito di Crosetto – . Conte manifesta totale incoerenza tra quello che diceva e faceva e quel che dice ora. Legittimo che passi da fornitore di armi a pacifista convinto ed è anche legittimo che guardi i sondaggi per decidere di cambiare idea. Ma non che usi epiteti violenti nei confronti di persone fisiche che hanno la sola colpa di rappresentare lo Stato. È come indicare a una parte di società violenta e antagonista nomi e cognomi di obiettivi da colpire”.

Per Crosetto, infine, “è molto grave il modo in cui” Conte “personifica i suoi attacchi, rientra in una sfera inquietante. Conte è troppo intelligente per non capire che sta alimentando l’odio verso persone fisiche, che ha identificato per contrapposizione politica. Io sono un galantuomo e non merito che un mio avversario politico, che avrebbe il dovere di essere istituzionale, mi conduca in una sfera di violenza verbale, mistificando la realtà e identificandomi come guerrafondaio”.

(Segue).

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