Ucraina, la Pasqua ortodossa non ferma le bombe: Putin alla messa di Kirill

Dopo sessanta giorni dall'inizio dell'attacco russo, in Ucraina si continua a combattere.

In foto Vladimir Putin Foto Alexei Nikolsky / Sputnik, Kremlin Pool via AP

ROMA – Dopo sessanta giorni dall’inizio dell’attacco russo, in Ucraina si continua a combattere. La Pasqua ortodossa non ha fermato le bombe e durante la giornata è proseguita l’offensiva di Mosca nell’est. La situazione è particolarmente drammatica nella città portuale di Mariupol di cui la Russia ha rivendicato la presa. L’evacuazione di civili dall’area resta ancora bloccata mentre, secondo quanto riferito da Kiev, le forze russe avrebbero continuano a colpire senza sosta l’acciaieria Azovstal, dove sono asserragliati i combattenti ucraini.

Parlando dall’antica cattedrale di Santa Sofia, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ha detto che “la festa di oggi ci dà grande speranza e fede incrollabile che la luce vincerà le tenebre, il bene vincerà il male, la vita vincerà la morte”. Il leader ha poi parlato di nuove prove che dimostrano il massacro di civili a Mariupol perpetrato da Mosca.

Il presidente russo Vladimir Putin ha partecipato alla messa di mezzanotte nella Cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca. La funzione è stata celebrata dal Patriarca Kirill, sostenitore dell’offensiva russa in Ucraina. Con Putin anche il sindaco della capitale Sergei Sobyanin. Il presidente russo ha rivolto gli auguri in un messaggio pubblicato dal Cremlino ai cristiani ortodossi e a tutti i cittadini russi e ha ringraziato la Chiesa ortodossa russa per il “lavoro costruttivo e fruttuoso volto a preservare le tradizioni”. Il Cremlino ha diffuso le immagini del leader in chiesa con in mano una candela rossa.

Le Nazioni Unite hanno chiesto una tregua immediata a Mariupol per consentire l’evacuazione in sicurezza dei circa 100mila civili rimasti intrappolati nella città. Ma i combattimenti sono continuati ed è inoltre fallito il nuovo tentativo di aprire un corridoio umanitario. Zelensky ha parlato dell’evacuazione dei civili anche con il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, che ha ribadito al leader ucraino la sua disponibilità a fare da mediatore nella crisi. E proprio da Erdogan si recherà il segretario generale Antonio Guterres lunedì, prima del viaggio di martedì a Mosca, dove parlerà con Putin, e di giovedì a Kiev.

L’Ucraina è tornata a chiedere all’Occidente di aumentare le sanzioni contro Mosca perché quelle in vigore attualmente “non bastano”. Il capo dell’ufficio presidenziale, Andriy Yermak ha chiesto all’Ue un “embargo completo su energia, gas e petrolio russi, nonché sanzioni contro le banche”.

A Kiev è attesa la visita del segretario di Stato Usa Antony Blinken e del segretario alla Difesa Lloyd Austin. “Siamo ispirati dalla resilienza dei cristiani ortodossi in Ucraina di fronte alla brutale guerra di aggressione del presidente Putin”, ha affermato Blinken, promettendo che gli Usa continueranno a sostenerli. Quello di Blinken e Austin è il primo viaggio di ministri Usa a Kiev da prima dell’inizio della guerra, il 24 febbraio.

L’esercito ucraino ha riferito che le forze russe hanno continuato ad attaccare nell’est. Lo stato maggiore ha detto che i russi hanno sparato contro le posizioni ucraine lungo l’intera linea di contatto e che hanno intensificato l’offensiva nelle direzioni di Siverodonetsk, Kurakhiv e Popasna. Due minori di 5 e 14 anni sono state uccise nei bombardamenti che hanno colpito la regione di Donetsk.

Secondo l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, sono circa 5,2 milioni i cittadini che hanno lasciato l’Ucraina dall’inizio del conflitto con la Russia. Di questi il 90% sono donne e bambini. Gli sfollati interni sono invece 7.7 milioni.

Di Lucrezia Clemente

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