Ue-Cina: Michel da Xi Jinping, pressing per fermare Mosca e dialogo su diritti

Il presidente del Consiglio europeo Charles Michel parla con la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e il presidente cinese Xi Jinping in videoconferenza durante un vertice UE-Cina Foto AP / Olivier Matthys, Piscina

L’Europa cerca una sponda a Pechino. Dopo anni di equidistanza Bruxelles prova a riaprire il dialogo con la Cina, considerata da sempre un partner strategico e il viaggio a Pechino del presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, manda un messaggio forte anche in chiave geopolitica. Al di là delle polemiche della mancata partecipazione della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, con cui non corre buon sangue, l’incontro di Michel con il presidente cinese, Xi Jinping, rappresenta un punto di svolta nelle relazioni tra Ue e Cina nel tentativo di cercare una sponda nel conflitto ucraino.

Nelle tre ore di colloquio Michel, che era andato a Pechino quando era premier del Belgio, ha esercitato un pressing sul presidente cinese per usare la sua influenza sull’amico russo. “La Cina è un attore globale e un membro permanente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite – ha rimarcato nella conferenza stampa dopo l’incontro -. Ho esortato il presidente Xi, come abbiamo fatto al vertice Ue-Cina di aprile, a usare la sua influenza sulla Russia per rispettare la Carta delle Nazioni Unite”.

Xi ha lasciato intendere che questa guerra non conviene a nessuno e che occorre ristabilire quanto prima l’ordine internazionale. “Risolvere la crisi ucraina con mezzi politici è nel migliore interesse dell’Europa e nell’interesse comune di tutti i paesi dell’Eurasia”, ha affermato. “È necessario evitare l’escalation e l’espansione della crisi, insistere per persuadere la pace e promuovere colloqui, controllare l’impatto di ricaduta della crisi ed essere vigili contro i rischi nel campo”, ha rimarcato. Il presidente cinese, auspicando l’aumento della mediazione e la creazione di un’architettura di sicurezza europea equilibrata, efficace e sostenibile”.

Anche la politica zero Covid portata avanti da Pechino e che sta causando un’ondata di proteste in Cina è stata sul tavolo dei due leader. Il presidente Michel ha illustrato le difficoltà incontrate dalle imprese e dagli investitori dell’Ue, che sono state aggravate dalla pandemia, e discusso delle relative esperienze in Europa e Cina, comprese le rispettive misure adottate e la risposta delle società.

Una buona apertura, almeno negli annunci, da parte di Xi è stata registrata sul fronte dei diritti umani. La Cina si è impegnata a riprende il dialogo bilaterale con l’Ue sui diritti, interrotto da tre anni. Un segnale importante, lo ha definito Michel, che ha ricordato come il diritto di riunione pacifica è un diritto fondamentale sancito sia dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e sollevato la situazione delle minoranze. “Abbiamo discusso a lungo della situazione nello Xinjiang. Non si tratta di interferire con gli affari interni. Si tratta di sostenere i principi concordati dalle Nazioni Unite per decenni e questo vale anche per Hong Kong”.

La Cina è il principale partner commerciale per l’Ue, con uno scambio merci che ammontano a quasi 2 miliardi di euro al giorno, e rappresenta oltre il 22% delle importazioni europee, ha ricordato Michel, senza dimenticare “le difficoltà incontrate dalle imprese e dagli investitori dell’Ue”, per “diversi settori rimangono molto più chiusi” mentre in Europa questo non avviene. Ora si guarda alle prossime mosse di Pechino in sede Onu e nelle relazioni con Mosca. Mentre il prossimo appuntamento è al summit Ue-Cina 2023.(LaPresse)

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