Ue, Conte e Tria sono ottimisti. Ma Giorgetti tuona: “Il rinvio non sia un escamotage anti-Flat tax”

L'agenda dei prossimi giorni è fitta di impegni. Domani a Bruxelles ci sarà il vertice sulle nomine europee

Foto Fabio Cimaglia / LaPresse in foto Giancarlo Giorgetti

ROMA – Non era il G20 di Osaka la sede giusta per “mercanteggiare” e andare avanti sulle trattative con le quali l’Italia punta ad evitare la procedure di infrazione da parte dell’Europa (parola dei diretti interessati) ma, dal Giappone, Giuseppe Conte e Giovanni Tria tornano “ottimisti”. Il premier e il ministro dell’Economia lo dicono fuor di scaramanzia: da Bruxelles si aspettano un “giudizio positivo”.

L’ottimismo di Conte e Tria

Non un rinvio a ottobre (“ipotesi mai sentita”, dice Tria) ma un primo bene stare che premi innanzitutto il lavoro di risparmi e cesello fatto sul 2019 che consentirebbe di portare il deficit al 2,1%. L’Italia, insomma, non chiede sconti o strappi sui tempi: “Abbiamo fatto il nostro e siamo sereni, confidiamo che vada tutto bene – ribadisce Conte – I nostri conti pubblici sono in ordine”.

Da palazzo Chigi e via XX settembre si continua quindi a brandire la volontà di mettere in atto “una politica di bilancio molto oculata e molto prudente” e si confida che questo avrà i suoi effetti nelle valutazioni di chi è chiamato a giudicare i nostri conti. La prudenza, però, non viene apprezzata da tutta la compagine di Governo. La Lega, infatti, vuole mettere il piede sull’acceleratore e portare a casa la Flat tax.

Giorgetti lancia la sfida al governo

E se il premier si dice “ambiziosissimo” sul tema, volendo puntare a una “riforma fiscale complessiva” che non si limiti a rimodulare le aliquote, è Giancarlo Giorgetti a fissare dei paletti invalicabili e a togliere ogni possibile alibi: “Noi vogliamo sapere se le cose che stavano nel contratto di Governo si possono fare. Se rimandare la procedura di infrazione è un escamotage per non farci fare le cose non ci sta bene”, mette in chiaro.

No agli escamotage anti Flat-tax

Di più. “Conte, Salvini e Di Maio si guardino nelle palle degli occhi e dicano in modo inequivocabile se la Flat tax la vogliono fare o no. La procedura magari verrà rinviata ma questo chiarimento è inevitabile”, sottolinea. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio si accoda a quanti dicono che andare a votare a settembre non sarebbe un bene per il Paese (mentre esclude un Governo tecnico – “una disgrazia che non sta né in cielo, né in terra”, definisce l’ipotesi) ma torna a vedere “nubi sul governo” e a chiedere “chiarezza”.

Ue, domani il vertice sulle nomine

L’agenda dei prossimi giorni è fitta di impegni. Domani a Bruxelles ci sarà il vertice sulle nomine Ue e Conte continuerà a trattare per evitare la bocciatura sui conti. Lunedì il Consiglio dei ministri esaminerà l’assestamento di bilancio e sarà una prima occasione per provare a far tornare il sereno sul Governo giallo-verde. Martedì, poi, con ogni probabilità da Bruxelles arriverà il fatidico verdetto. A quel punto si capirà se, dopo una buona ‘pagella’, arriverà l’estate. O se inizierà la campagna elettorale sotto l’ombrellone.

(LaPresse/di Nadia Pietrafitta)

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