Ue, Conte: “Italia partita svantaggiata, ottenuto il massimo”

Le parole del premier italiano

Foto Bertrand Guay / AFP in foto Giuseppe Conte

MILANO – “Bisogna essere realisti. Non siamo partiti avvantaggiati, perché non avevamo la sponda delle tradizionali famiglie politiche”. Così il premier Giuseppe Conte in un’intervista al Corriere della Sera sulle nomine Ue. “Mi sento di dire che l’Italia ha giocato al meglio le carte a disposizione, ottenendo il massimo risultato, date le condizioni”, aggiunge, mentre sulla valutazione che l’Italia esca ridimensionata sottolinea: “Non condivido questa valutazione. Otterremo un portafoglio economico di peso, ragionevolmente abbinato alla vicepresidenza della Commissione. Se fosse un commissario alla Concorrenza, significherebbe poter svolgere un ruolo strategico. Non mi pare che nella legislatura appena conclusa avessimo strumenti e ruoli per incidere nel cuore delle politiche economiche”.


“Se ci riferiamo alla Banca centrale, Christine Lagarde, la nuova presidente, ha espresso una visione di politica monetaria assimilabile a quella di Mario Draghi. In più, con la presidenza francese possiamo aspirare a entrare nel board della Bce. Per l’Italia è più strategico avere un portafoglio economico di rilievo piuttosto che l’Alto rappresentante. Fa una bella differenza”, rimarca il premier, “occorrerebbe conoscere quali e quanti pericoli abbiamo scongiurato in questo processo decisionale. Non ritengo opportuno menzionare le singole candidature che sono state passate in rassegna e che anche io ho contribuito a superare, perché per varie ragioni ritenute non pienamente rispondenti agli interessi generali e italiani, in particolare.

Mi limito a osservare che abbiamo contribuito a superare il criterio degli Spitzenkandidaten, quelli dei partiti maggiori, che ci vedeva penalizzati. Abbiamo coordinato il dissenso con altri 10 Paesi, e riorientato la partita ponendo le condizioni per avere un portafoglio economico abbinato a una vicepresidenza. E abbiamo evitato soluzioni alla Bce che nell’interesse dell’Italia potevano rivelarsi meno vantaggiose”. “Non bisogna guardare solo ai risultati ottenuti, ma anche a quelli scongiurati”.

(LaPresse)

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