Ue, due donne ai vertici. Risolto il puzzle delle nomine, contrari i socialisti

German Chancellor Angela Merkel greets French President Emmanuel Macron before holding talks at the Humboldt Forum in the still under construction Berlin Palace, on April 19, 2018 in Berlin. French President Emmanuel Macron headed to Berlin for talks with Chancellor Angela Merkel, hoping to breathe fresh life into his grand vision for EU reforms in the face of growing German resistance. / AFP PHOTO / Odd ANDERSEN

BRUXELLES – Ci sono voluti quasi tre giorni di trattative serrate tra i capi di stato e di governo a Bruxelles per completare il puzzle delle nomine istituzionali europee. L’accordo raggiunto rafforza l’asse franco-tedesco con la scelta di due donne: la tedesca Ursula von der Leyen, attuale ministro della difesa nel governo Merkel, è stata proposta come presidente della Commissione europea, mentre la francese Christine Lagarde, presidente del Fondo Monetario Internazionale è stata nominata presidente della Banca Centrale Europea. E’ la prima volta che una donna è nominata a capo della Commissione europea ed è un grande successo anche per la Germania che non gestiva l’esecutivo europeo dal 1967.

Completano la quaterna europea l’elezione del premier belga Louis Michel come presidente del Consiglio Europeo e la nomina dello spagnolo Josep Borrell come Alto Rappresentante della Politica estera e di sicurezza comune. Ma l’intesa non piace affatto ai socialisti e ai verdi del Parlamento europeo che promettano battaglia in Parlamento. Grande soddisfazione è stata espressa invece dall’Italia che- ha rivendicato il presidente del Consiglio Conte – ha giocato un ruolo particolarmente attivo. Il governo italiano ha scompigliato le carte nel primo giorno di trattative opponendosi ha detto Conte ad un “pacchetto pre-confezionato inaccettabile”. La prima bozza di compromesso, elaborata a Osaka, prevedeva il socialista olandese Frans Timmermans e il tedesco popolare Manfred Weber alla presidenza del Parlamento europea, ma l’Italia, che era rimasta fuori dalla trattative avvenute a margine del G20, ha bocciato l’accordo perché, ha detto Conte “elaborato al di fuori del mandato di Tusk”.

In cambio del sostegno alla tedesca Ursula von der Leyen e al nuovo pacchetto di nomine, l’Italia ottiene un riconoscimento importante: la possibilità di ottenere una vice-presidenza della Commissione europea. Il governo italiano spera di avere il portafoglio della Concorrenza che andrà probabilmente ad un esponente leghista, ha indicato il premier Conte, rispettando il risultato delle elezioni europee. L’accordo tuttavia non piace ai socialisti, seconda forza politica nel Parlamento europeo. La spagnola Irraxte Garcia, nuova presidente de gruppo progressista l’ha definita “profondamente deludente” criticando la scelta dei governi di bocciare il candidato socialista Timmermans ” È inaccettabile che i governi populisti rappresentati nel Consiglio escludano il miglior candidato solo perché ha difeso lo stato di diritto e i nostri valori europei condivisi”- ha scritto. Timmermans era stato contestato da Polonia e Ungheria, sanzionate dall’olandese, attuale vicepresidente della commissione europea, per la loro violazione dei principi dello stato di diritto.

(Margherita Sforza – LaPresse 2019)

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