Vaccini, Draghi avverte Regioni: “Inutile minacciare”. Figliuolo: “In arrivo 2,8 mln dosi”

Foto Roberto Monaldo / LaPresse Nella foto Mario Draghi

ROMA – Dopo la strigliata dallo scranno riservato in Parlamento, Mario Draghi si aspettava una risposta dalle regioni. E la risposta è stata “positiva”. Il premier sul tema vaccini non ammette sbavature e in conferenza stampa a palazzo Chigi, rimarca: “Non si può raggiungere il successo senza una collaborazione Stato-Regioni. Il mio richiamo era inteso a dire alle Regioni che c’è una linea sul vaccinare le persone più fragili. Quello che si vede è che ci sono categorie vaccinate prima e non si vede perché dovrebbero essere più fragili degli 80enni, dei nonni”.

I paletti insomma sono stati ben piazzati e faranno da argine alle riunione di lunedì voluta dagli stessi governatori, con il commissario Figliuolo e il capo della protezione Civile Curcio, con un avvertimento: “Inutile mettere veti, minacciare, si sta lavorando bene”.

L’orizzonte di mister ‘Whatever it takes’ è quello dei 500mila vaccini al giorno ad aprile e l’obiettivo, confida con ottimismo, “comincia a vedersi con più probabilità”. Insomma per Draghi gli italiani saranno tutti vaccinati, “le dosi non mancheranno”, assicura, con la possibilità che l’Italia raggiunga tra 3-4 mesi la completa autonomia producendoli in casa.

Il premier, che si vaccinerà la prossima settimana e come tutti sta aspettando di essere chiamato, annuncia inoltre che “da oggi tutti i numeri complessivi” relativi alle somministrazioni dei vaccini “potranno essere verificati sul sito della presidenza” dove saranno divisi “regione per regione, età per età, categoria per categoria”.  

Intanto la struttura commissariale di Figliuolo approda nella terra di Calabria, dove i dati della campagna vaccinale sono impietosi. Domani con Curcio sbarcherà in Sicilia, due regione che saranno raggiunte dalla task force di sostegno di medici militari, dopo Basilicata e Molise.

La campagna di somministrazione del siero anti-Covid mostra ancora risultati poco edificanti, soprattutto se si guardano i destinatari ultraottantenni che hanno ricevuto la doppia dose, solo il 23,5 per cento, fiancheggiata dall’1,62 degli immunizzati tra i 70 e i 79 anni. Figliuolo tuttavia ci crede e suona la carica, annunciando l’arrivo per fine mese “di un milione di dosi di Pfizer, un milione e 300 mila di AstraZeneca e 500 mila di Moderna delle dose destinate agli ultraottantenni”.

Una risposta, neanche tanto velata, alle Regioni che chiedono a gran voce più dosi, pur non negando alcune responsabilità per quanto riguarda l’organizzazione in molti, troppi casi andata a rilento. La riunione delle 17 di lunedì servirà infatti per risolvere questi problemi, con una ‘regia’, viene spiegato, che arriva direttamente da Roma. Lo stesso Draghi ricorda che è dello Stato la responsabilità sanitaria del paese in caso di pandemia, senza voler far rivalere la clausola di supremazia dello Stato.

Il confronto e la collaborazione restano quindi il faro dell’esecutivo, senza di esse sarebbe difficile vincere la battaglia contro il Covid. In base ai contratti stipulati nel secondo trimestre arriveranno, infatti, 533mila dosi in media al giorno – 48 milioni in totale – con il divieto di tenerle in frigorifero, quindi inutilizzate.

Una spinta ulteriore che va ad aggiungersi all’implementazione dei centri vaccinali, come quello di Fiumicino, tra i più grandi d’Italia, che è attivo nel turno serale fino a mezzanotte. Un hub che dovrebbe fare da apripista, col pieno dei rifornimenti, ad altri punti dove le vaccinazioni dovrebbero seguire l’orario dalle 6 alle 24.(LaPresse)

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