Varese: incassa indebitamente il contributo per il Covid: denunciato un imprenditore

Operazione della Guardia di Finanza

LaPresse31-03-2012 Firenze, Italia cronaca Blitz della Guardia di finanza e dell'Agenzia delle Entrate su Ponte Vecchio a Firenze, per controlli fiscali alle botteghe orafe. L'operazione è scattata stamani e ha riguardato la verifica di scontrini e ricevute fiscali. Nella Foto: La Guardia di Finanza su Ponte Vecchio

ROMA – I Finanzieri del Comando Provinciale di Varese hanno dato esecuzione a un sequestro preventivo per un valore di oltre 16mila euro nei confronti di un imprenditore del Varesotto, per aver ottenuto indebitamente un contributo a fondo perduto previsto dal Dl Rilancio.

Dall’analisi di rischio effettuata grazie all’incrocio delle banche dati in uso al Corpo e del più generale patrimonio informativo a disposizione, la Compagnia Gaggiolo ha rilevato delle anomalie nella domanda di contributo avanzata dall’imprenditore alla fine del primo lockdown, in particolare riguardanti il fatturato del mese di aprile 2019, come previsto dal Dl Rilancio, apparso in proporzione troppo elevato e dunque inverosimile rispetto al fatturato dell’intero anno di imposta.

La finalità di tale contributo, da quantificare sulla base della differenza tra il fatturato di aprile 2019 e aprile 2020, doveva essere di sostegno alle imprese in difficoltà a causa della pandemia in presenza di precisi requisiti da autocertificare.

I finanzieri hanno dunque ricostruito il fatturato di competenza del mese di aprile 2019 riscontrando l’indebita percezione. Pertanto, l’uomo è stato deferito all’Autorità giudiziaria per i reati di falsità ideologica commessa dal privato in atto avente natura fidefacente, indebita percezione di erogazioni pubbliche nonché alla segnalazione della società per la responsabilità amministrativa degli enti.

Infatti è effettivamente emersa un’autocertificazione falsa che permetteva all’imprenditore di intascare illecitamente il contributo a fondo perduto, quindi da non restituire, per un valore di circa 16 mila euro. In tale contesto, il GIP ha ritenuto esistenti e sufficienti i presupposti per applicare la misura cautelare reale del sequestro preventivo, anche per equivalente, finalizzato alla confisca del profitto del reato che le fiamme gialle hanno eseguito, altresì segnalando l’indebita percezione all’Agenzia delle Entrate in qualità di ente erogatore.

(LaPresse)

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