Venezia, falsi promotori finanziari: 6 arresti. Sequestrati beni per 47 milioni

Avrebbero truffato centinaia di risparmiatori con lo 'schema Ponzi': gli interessi degli investimenti maturati dai finanziatori precedenti venivano pagati con i soldi versati dai clienti successivi.

VENEZIA (LaPresse) – Venezia, falsi promotori finanziari: 6 arresti, sequestrati beni per 47 milioni. Avrebbero infatti truffato centinaia di risparmiatori con lo ‘schema Ponzi’. Gli interessi degli investimenti maturati dai finanziatori precedenti venivano pagati con i soldi versati dai clienti successivi. Inoltre, parte capitali raccolti sarebbero finiti nei conti italiani e stranieri degli indagati. Custodia cautelare in carcere per il principale indagato. Arresti domiciliari per 5 persone. E l’obbligo di dimora per altri 11 soggetti. Queste le misure infatti adottate dalla Guardia di Finanza di Venezia. Nei confronti dei presunti protagonisti di questa truffa. L’organizzazione avrebbe infatti raccolto tra il 2016 e il 2018 72,3 milioni di euro. E quindi solo 28,9 milioni di euro sarebbero stati restituiti agli investitori. Sono stati sequestrati beni e disponibilità degli indagati per 47 milioni di euro.

Scoperto a Venezia un gruppo di falsi promotori finanziari

“Nella rete dei falsi promotori sono finiti imprenditori, pensionati, lavoratori e dipendenti. Che hanno investito i risparmi, eredità, liquidità ottenute dalla vendita di immobili. In alcuni casi, denaro preso in prestito pur di poter “investire” dichiara la guardia di finanza. “I proventi delle attività illecite sono stati riciclati infatti dai principali indagati attraverso l’acquisto di numerosi immobili in Veneto, Friuli Venezia Giulia e in Emilia Romagna. Per un valore di 3,7 milioni di euro. Infatti il sequestro è in fase di completamento in queste ore. Per ostacolare la ricostruzione della provenienza truffaldina dei capitali utilizzati per tali investimenti, gli indagati hanno fatto ricorso a società e conti correnti esteri. Funzionali all’intestazione degli atti notarili e all’effettuazione dei pagamenti”, conclude la guardia di finanza.

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