Viterbo, falsi matrimoni per permessi di soggiorno: 9 denunciati

Scoperta compiuta dalla polizia di Viterbo

LaPresse - Matteo Corner

ROMA – La polizia di Stato di Viterbo ha denunciato sei stranieri e tre italiani per aver organizzato matrimoni falsi tra cittadini europei ed extracomunitari. Sequestrati numerosi documenti a seguito di perquisizioni.

I soggetti si presentavano all’Ufficio Immigrazione della questura di Viterbo per richiedere la carta di soggiorno. Dopo aver sposato cittadini italiani o comunitari. Ma i matrimoni erano un espediente per ottenere una carta di soggiorno della durata di cinque anni.

L’attività d’indagine, coordinata dalla locale Procura della Repubblica, si è incentrata su alcune richieste di carta di soggiorno. Segnalate dall’Ufficio Immigrazione in relazione a tre matrimoni che erano stati celebrati nel Comune di Civita Castellana.

Dagli approfondimenti investigativi, dalle testimonianze di alcuni soggetti e dall’esame dei documenti emergeva il ruolo di due cittadini pachistani. In qualità di organizzatori dei ‘matrimoni di comodo’.

Scoperta compiuta dalla polizia di Viterbo

Uno di essi, già al centro di un’indagine per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina condotta nel 2014, si è rivelato come datore di ospitalità e di impiego fittizio. Nei confronti di una cittadina polacca moglie di uno dei due extracomunitari. L’altro pachistano, evidenziatosi quale ideatore ed organizzatore di altri due matrimoni, dagli atti è risultato anche essere testimone di nozze nell’atto dello stato civile. Nonche costante punto di riferimento territoriale per i connazionali coinvolti. I due soggetti fornivano l’assistenza logistica e documentale. Necessaria a perfezionare le unioni coniugali per le quali le italiane compiacenti avrebbero ricevuto compensi in denaro variabili tra i mille ed i duemila euro.

In particolare hanno emesso nei confronti di tutti i soggetti l’avviso di conclusione delle indagini. Ritenendoli responsabili, in concorso, del reato di indotta falsità ideologica del pubblico ufficiale in atti pubblici. Perché, con più azioni e con ruoli diversi, organizzavano e realizzavano una serie concatenate di condotte volte a consentire al cittadino extracomunitario beneficiario l’ottenimento di una carta di soggiorno falsa; tutto questo inducendo in errore e traendo in inganno il pubblico ufficiale responsabile del procedimento amministrativo.

Per uno dei tre matrimoni hanno contestato il tentativo di reato, in quanto non hanno perfezionato il rilascio della carta di soggiorno. Stante l’evidente falsità delle dichiarazioni di convivenza e mantenimento emerse nella fase istruttoria.

Sono in corso le valutazioni per eventuali provvedimenti di revoca dei permessi indebitamente ottenuti dagli extracomunitari.

(LaPresse)

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