Viterbo, omicidio Fedeli: 22enne incastrato dalle telecamere

Pochi i dubbi sul fatto che sia lui l'omicida immortalato dai video di sorveglianza

Omicidio di Portoraro
Foto Pietro Masini - LaPresse

ROMA – Ha 22 anni, un passaporto statunitense ed è nato in Corea del Nord, l’uomo fermato con l’accusa di aver ucciso Norveo Fedeli, il commerciante 74enne morto a Viterbo.

L’intervento delle forze dell’ordine a Capodimonte

I carabinieri hanno fermato il giovane in una pensione nella quale risiedeva da qualche tempo a Capodimonte, a una mezz’ora d’auto dal luogo della tragedia. I carabinieri che lo hanno braccato e preso in un’operazione congiunta con la squadra mobile, sono arrivati a lui dopo un’indagine lampo partita da un’immagine estrapolata dal video delle telecamere di sorveglianza del negozio dove è avvenuto l’omicidio.

Le indagini

Da quella fotografia, tenuta segreta al pubblico perché “l’uomo era ritenuto troppo pericoloso”, ha spiegato il procuratore di Viterbo Paolo Auriemma, in 24 ore è stato trovato il colpevole. Grazie anche all’intuizione di due carabinieri di Marta e Capodimonte che ricordavano di averlo visto in zona.

Le telecamere hanno identificato il giovane

Pochi i dubbi sul fatto che sia lui l’omicida immortalato dai video di sorveglianza. Inoltre nella stanza in cui dimorava il 22enne, i carabinieri hanno trovato abiti provenienti dal negozio della vittima e la sua carta di credito. Che con il portafogli era stata rubata. Il giovane ha sul volto e su una mano graffi e segni della colluttazione con il commerciante, ucciso con ferocia e abbandonato in una pozza di sangue nel negozio di cui era titolare.

Le tracce che fanno risalire all’omicidio

Sulle scarpe del 22enne c’erano numerose tracce di sangue e il giovane aveva con sé gli occhiali indossati il giorno dell’omicidio. All’inizio della prossima settimana si terrà, in carcere a Viterbo, l’interrogatorio di convalida del fermo, per omicidio e rapina aggravata, davanti al gip. E in quella occasione forse, sarà chiarito il movente dell’omicidio sul quale restano alcuni punti interrogativi.

Certo è che il giovane, arrivato in Italia a febbraio e atterrato su un volo partito da altro Paese europeo, conosceva il negozio. E vi si era recato in almeno due occasioni senza riuscire ad acquistare nulla per una carta di credito non funzionante.

(LaPresse/di Alessandra Lemme)

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