Vuoto a rendere, la pratica salva ambiente

Riciclare una bottiglia e riutilizzarla fino a 50 volte: ci guadagnano la natura e il portafogli

NAPOLI – Si chiama “vuoto a rendere” ed è tra le tante piccole azioni quotidiane che, se solo tutti compissimo con costanza e impegno, contribuirebbero a migliorare l’ambiente in cui viviamo.

Che cos’è e in cosa consiste il vuoto a rendere?

Con l’espressione “vuoto a rendere” indichiamo quella buona usanza che prevede che un contenitore, solitamente una bottiglia di vetro, ma anche in plastica PET 1, una volta utilizzato fino alla fine e quindi svuotato del suo contenuto viene reso al fornitore che ce lo ha consegnato. In questo modo potremo dunque riutilizzarlo, ricilando così una bottiglia anziché acquistarne un’altra che finirà poi per inquinare.
In genere, chi acquista il prodotto in vuoto a rendere paga una cauzione che viene poi resa al momento della restituzione del contenitore.

Fino a quante volte si può applicare un vuoto a rendere?

Dipende dal materiale del nostro contenitore. Per le bottiglie in PET si può arrivare fino a 20 riutilizzi. Ancora meglio per quelle in vetro, che possiamo riusare anche 50 volte.

Quali sono i vantaggi per l’ambiente?

Il vuoto a rendere è tra i regali più grandi che possiamo fare alla natura. Pensiamo a tutta la plastica che si può risparmiare utilizzando più volte lo stesso contenitore: a ogni riutilizzo sottraiamo al ciclo della raccolta dei rifiuti una bottiglia di plastica. Meccanismo che, applicato tutti i giorni, genera un virtuoso riciclo che possiamo portare avanti nel nostro piccolo.

E quelli per il portafogli?

A giovarne, poi, non è solo la natura, ma anche le nostre tasche. Il vuoto a rendere è un eccellente abitudine che alla lunga fa risparmiare una montagna di soldi. Prendiamo l’esempio di una famiglia composta da 4 persone: una cassa d’acqua acquistata al supermercato per un costo di 2 euro durerà in media non più di 3 giorni. In una settimana, dunque, chi fa la spesa in casa spende almeno 4 euro per acquistare circa 12 bottiglie di plastica, che, una volta finite, vanno tutte nella spazzatura. In un mese, dunque, la spesa approssimativa va dai 15 ai 20 euro, soldi che immettono nell’ambiente almeno 50 bottiglie di plastica a famiglia. Una cifra che andrebbe del tutto risparmiata con il vuoto a rendere: prendendo 2 o 3 bottiglie di vetro, queste possono essere riutilizzate anche 50 volte, lo stesso numero di contenitori di plastica che sottraiamo alla natura.

Qual è il contrario del vuoto a rendere?

E’ il vuoto “a perdere”. Quello, cioè, che applichiamo ogni volta che schiacciamo e buttiamo via una bottiglia di plastica, svuotata e, quindi, persa.

E’ il concetto che tiene in piedi la pessima usanza dell’usa e getta, quella quindi di utilizzare un prodotto una sola volta e poi consegnarlo all’ambiente. Il vuoto a rendere fa dunque guerra agli imballaggi e al prodotto concepito e realizzato per essere gettato via.

La riduzione dei rifiuti è significativa e a guadagnarci è ogni componente del ciclo di produzione. La natura ringrazia, e pure il portafogli. Conviene, no?

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