Wertmuller: dagli inizi con Fellini all’Oscar, addio a un mito del cinema

E' stata la prima donna a ricevere una nomination all'Oscar come miglior regista. Un premio, il più prestigioso, che le è poi stato assegnato alla carriera nel 2020

Lina Wertmuller (Foto LaPresse - Marco Cantile)

ROMA – E’ stata la prima donna a ricevere una nomination all’Oscar come miglior regista. Un premio, il più prestigioso, che le è poi stato assegnato alla carriera nel 2020. Il cinema piange Lina Wertmüller , regista, sceneggiatrice e scrittrice italiana, scomparsa oggi all’età di 93 anni.

Nata a Roma il 14 agosto 1928, Lina Wertmüller si avvicina al mondo dello spettacolo già da giovanissima grazie all’amicizia con Flora Carabella, sua compagna di scuola e futura moglie di Marcello Mastroianni. A diciassette anni si iscrive all’accademia teatrale diretta da Pietro Sharoff e in seguito cura la regia degli spettacoli del teatro dei burattini di Maria Signorelli. Lavora sia per la radio sia per la televisione e in veste di autrice e regista alla prima edizione di Canzonissima e Il giornalino di Gian Burrasca con Rita Pavone protagonista maschile. Inizia un lungo sodalizio artistico con lo scenografo teatrale Enrico Job, con il quale presto si sposa. I due hanno una figlia adottiva, Maria Zulima.

Esordisce sul grande schermo come segretaria di edizione in ‘…e Napoli canta!’ di Armando Grottini (1953) e più avanti è aiuto regista di Federico Fellini nelle pellicole ‘La dolce vita’ (1960) e ‘8½'(1963). Il suo esordio come regista avviene nel 1963 con ‘I basilischi’. Nella seconda metà degli anni sessanta nasce la sua collaborazione con l’attore Giancarlo Giannini, che è presente nei suoi grandi successi ‘Mimì metallurgico ferito nell’onore’ (1972), ‘Film d’amore e d’anarchia – Ovvero Stamattina alle 10 in via dei Fiori nella nota casa di tolleranza…’ (1973), ‘Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto’ (1974), ‘Pasqualino Settebellezze’ (1976), ‘La fine del mondo nel nostro solito letto in una notte piena di pioggia’ (1978) e ‘Fatto di sangue fra due uomini per causa di una vedova. Si sospettano moventi politici’ (1978). Proprio uno di questi film, ‘Pasqualino Settebellezze’, le valse la candidatura a tre Premi Oscar (migliore regia, miglior film straniero, migliore sceneggiatura) nel 1977, cui si somma la candidatura di Giannini come miglior attore. Wertmuller diventa così la prima donna di sempre candidata alla prestigiosa statuetta come miglior regista.

Nel 1986 debutta nel teatro lirico con la regia della Carmen di Georges Bizet, che inaugura la stagione lirica 1986-87 del Teatro di San Carlo di Napoli, ripresa in diretta su Rai 1. Nel 1997 dirige una Bohème all’Opera di Atene. È autrice di diverse sceneggiature e regie teatrali.

Nel 1992 dirige ‘Io speriamo che me la cavo’ con Paolo Villaggio, mentre nel 1996 torna alla satira politica con ‘Metalmeccanico e parrucchiera in un turbine di sesso e politica’ con Tullio Solenghi e Veronica Pivetti.

Wertmüller torna dietro la macchina da presa con la serie televisiva Francesca e Nunziata del 2001 con Sophia Loren e Claudia Gerini, e il film ‘Peperoni ripieni e pesci in faccia’ del 2004 sempre con Loren protagonista. Il successivo ‘Mannaggia alla miseria’ del 2008 con Gabriella Pession e Sergio Assisi è trasmesso direttamente in prima serata su Rai 1 il 2 giugno 2010. Nello stesso anno le è conferito il David di Donatello alla carriera. Nel 2013 recita un cameo nel film di Riccardo Milani ‘Benvenuto Presidente!’.

Il 22 dicembre 2015 il sindaco di Napoli Luigi de Magistris le conferisce la cittadinanza onoraria della città. Nell’ottobre 2019 le viene comunicata l’assegnazione dell’Oscar onorario, che avverrà poi nella cerimonia del 2020.

(LaPresse)

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