WikiLeaks, legale di Assange: “Collaborerà con la Svezia, no all’estradizione in Usa”

Il fondatore di WikiLeaks è in custodia a Londra

File photo dated 19/5/2017 of Julian Assange.

LONDRA – Julian Assange collaborerà con le autorità svedesi, se riapriranno il caso per accuse di stupro nei suoi confronti. Ma continuerà a opporsi ai tentativi di estradarlo negli Stati Uniti. “Siamo assolutamente felici di rispondere alle domande, se e quando arrivano”, ha detto la sua avvocata, Jennifer Robinson, parlando a Sky News, “la questione chiave al momento è l’estradizione negli Usa, di cui ci preoccupiamo da molti anni”. Il fondatore di WikiLeaks collaborerà, ora è in custodia a Londra. In attesa di sentenza per la violazione delle condizioni di libertà provvisoria nel 2012, quando si rifugiò nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra per evitare l’estradizione in Svezia. Giovedì è stato arrestato nella sede diplomatica. E ora si oppone alla richiesta di estradizione degli Stati Uniti, legata alla diffusione di documenti ufficiali segreti da parte di WikiLeaks.

L’australiano ha sempre respinto le accuse di aggressione sessuale e stupro in Svezia, le prime cadute nel 2015 e la seconda nel 2017; la presunta vittima dello stupro ha ora chiesto che il caso sia riaperto. Se Stoccolma presenterà la richiesta di estradizione, il governo di Londra dovrà decidere se valutarla prima o dopo quella degli Usa. Robinson ha anche spiegato che Assange vorrebbe garanzie dalla Svezia, sul fatto che non sarà mandato negli Usa: “Questa è la stessa garanzia che chiedevamo nel 2010. Il rifiuto di dargliela è il motivo per cui chiese asilo. Julian non è al di sopra della legge, non ha mai temuto di affrontare la giustizia britannica o quella svedese. Ma è preoccupato ed è sempre stato preoccupato di essere mandato ad affrontare l’ingiustizia statunitense”.


(LaPresse/AFP)

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