Zingaretti apre le braccia ai bersaniani e attacca Salvini: fa la sceneggiata del ministro superman

Per spalancare le braccia ai ‘fratelli’, il neo-segretario democrat ha usato la trasmissione Porta a Porta

Apre le porte del Pd agli scissionisti. Nicola Zingaretti prova a riunire il partito e per farlo usa la leva delle votazioni. “Ricandidare i due che sono stati eletti nel Pd e poi sono passati a Mdp? Non è assolutamente escluso, ma la ricerca che si sta facendo è per mettere in campo energie nuove”. Il riferimento è a Massimo Paolucci e Antonio Panzeri, arrivati a Strasburgo nel 2014 con il Pd e ora passati con il Mdp di Bersani.

Per spalancare le braccia ai ‘fratelli’, il neo-segretario democrat ha usato la trasmissione Porta a Porta. E sempre da Bruno Vespa il governatore del Lazio si è detto convinto che il Pd possa vivere ora una nuova stagione. “Avverto una grande spinta della popolazione per cambiare, andare avanti, aprirci. Una spinta che viene anche dalle strade con il milione e seicentomila elettori in fila ai gazebo, per cambiare, per essere una forza più utile per il paese. Avverto anche una cerca ritrosia dei gruppi dirigenti”.

Zingaretti, durante la trasmissione, ha bacchettato anche il governo penta-leghista. “Denuncio l’assoluta follia di questo governo che ha come unica politica sull’immigrazione quello di attendere l’arrivo delle navi. C’è una totale assenza di una politica estera. Alla vigilia delle Europee rischia di diventare uno spot elettorale in cui si mostrano i muscoli. Se un essere umano è un naufrago va soccorso, ma pretenderei di affrontare il problema seriamente. Puntualmente – ha aggiunto Zingaretti – ogni tre settimane abbiamo la sceneggiata del ministro superman che ‘difende i confini'”.

Al leader del Pd non piace neppure il ‘Reddito di Cittadinanza’: “In un Paese in cui c’è il crollo dell’occupazione – ha sostenuto Zingaretti – sarà drammaticamente ingestibile. Sono politiche di lotta alla povertà giuste in Paesi in cui il lavoro si perde e si trova. Ma sono politiche criminali se non ci sono politiche di lavoro vero”. 

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