Renzi-Berlusconi, due facce della stessa medaglia. Barricate per frenare i 5 Stelle

L'ex segretario dem stoppa il dialogo con i grillini, il leader di Forza Italia tiene 'in ostaggio' Matteo Salvini. E l'Italia aspetta ancora un governo a due mesi dalle elezioni

Foto Vincenzo Livieri - LaPresse

NAPOLI (Giuseppe Palmieri) – Le ultime barricate, la resistenza degli sconfitti delle ultime elezioni. Matteo Renzi e Silvio Berlusconi sono due facce della stessa medaglia. Hanno stipulato il patto del Nazareno che ha gettato le basi per il crollo di consenso di Pd e Forza Italia e, dopo la debacle, continuano ad avere strategie simili, su diverse barricate. L’obiettivo è lo stesso: difendere l’orticello. E che importa se l’Italia resta senza governo.

Le barricate di Renzi

Il Partito democratico, dopo l’incontro col presidente della Camera Roberto Fico, ha deciso di raccogliere l’appello al dialogo e di valutare la possibilità di un confronto programmatico con il Movimento 5 Stelle. Il segretario Maurizio Martina ha convocato tutti in assemblea per decidere cosa fare. Buona parte dei dem ha intenzione di valutare su cosa basare il dialogo per formare un governo. Renzi no. Ha già annunciato di essere fortemente contrario, prospettando scenari apocalittici per il Pd (come se in Molise non avesse appena preso il 9%) in caso di ‘abbraccio mortale’ con i pentastellati. E a seguirlo c’è chi, come Matteo Richetti, crea una nuova corrente che già segue il corso dell’ex segretario. Aventino, a tutti i costi, sperando che fare opposizione restituisca linfa e voti. Interesse di partito, non di Paese.

L’ostruzionismo del Cavaliere

Dall’altro lato della barricata c’è Silvio Berlusconi, che lavora per smontare l’altra ipotesi che vede i 5 Stelle al governo. L’ex premier si pone come ostacolo insormontabile nel dialogo, che pure era ben avviato, tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini, e quotidianamente attacca i grillini, mettendo in campo ipotesi di esecutivi di ogni genere: ultima quello con un centrodestra capace di raccogliere voti qui e lì in Parlamento e formare un governo ‘di minoranza’. Non certo un programma di cambiamento, con una guida forte e salda capace di imprimere la svolta al Paese. Anche qui, che importa se l’Italia a quasi due mesi dal voto è ancora con Paolo Gentiloni e la sua squadra a Palazzo Chigi con funzioni limitate. Ostruzionismo, con il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che si ritrova nella scomoda posizione di attesa e valuta la disperata carta del ‘governissimo’ con a capo una figura istituzionale estranea ai partiti.

Le ultime carte da giocare

In settimana, quindi, toccherà al Pd decidere se ascoltare Renzi o meno. Toccherà a Salvini valutare se proseguire il percorso comune con Berlusconi o mollare gli ormeggi e firmare il contratto con Di Maio. Il Paese aspetta. Renzi e l’ex Cavaliere si giocano le ultime carte per rimanere determinanti per le sorti dell’Italia. E i cittadini aspettano risposte. Che si spera arrivino, più prima che poi.

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