Champions League, la Juve prima sogna e poi sciupa: il Manchester United la castiga

Per settanta minuti i bianconeri hanno dominato, divorandosi una serie impressionante di goal

Cristiano Ronaldo deluso (Photo by Marco BERTORELLO / AFP)

Torino (LaPresse) – Forse il calcio non ha una logica, forse è ingiusto, forse certe cose che succedono non hanno un senso, ma sicuramente si porta appresso regole scolpite nella pietra. La prima e più importante recita così: chi sbaglia troppo, chi sciupa l’inverosimile, alla fine paga. E la Juventus ha pagato lo scotto dei suoi errori sotto porta, della sua imprecisione. Perdendo negli ultimi quattro minuti la sfida contro il Manchester United. Che stava vincendo. Una punizione di Mata e un autogol di Alex Sandro hanno frantumato un sogno. E reso meno agevole il passaggio del turno che, per merito di Cristiano Ronaldo, sembrava un evento da consegnare alla storia della Champions League. Una sconfitta dolorosa, che si porterà addosso strascichi pure in campionato perché perdere in questo modo fa malissimo al morale e al concetto di autostima.

C’è voluta mezz’ora perché la sfida dello Stadium smettesse i panni dell’allenamento e diventasse una contesa di alto livello o, per lo meno, una partita di livello europeo. C’è voluta una fiammata dello United, nello specifico un’imbeccata di Matic per Sanchez ‘chiuso’ da Szczesny, per sollecitare l’ormone dell’orgoglio bianconero. La squadra di Allegri, infatti, per lunghi tratti ha dato la sensazione di essere adagiata sulle comodità di una classifica mordida e di non portare dentro di sé quel tremendismo necessario per chiudere la contesa e, assieme, il passaggio del turno. Ma lo spavento ha prodotto una reazione, dalla legnata di Khedira, al tirocross (deviato) di Cuadrado, al palo centrato sempre dal tedesco su passaggio di CR7, tutto in poco meno di cinque minuti, a testimonianza che se avesse voluto la Juventus sarebbe stata nella condizione di fare subito male al Manchester.

Per settanta minuti i bianconeri hanno dominato, divorandosi una serie impressionante di goal

Invece, a parte i cattedrattici Bonucci-Chiellini, solo Ronaldo ha dato l’impressione di voler vincere a qualsiasi costo il match contro i suoi ex compagni, motivato dalla necessità impellente di cancellare lo zero alla voce gol segnati in Champions con la maglia bianconera. Un buco colmato con la prodezza del minuto 65, un altro capolavoro balistico da consegnare agli annali del pallone. Gli altri no, in molti tra lo svogliato (Cuadrado e Dybala), lo stanco (Pjanic), il lento (Khedira) e l’impacciato (De Sciglio).

E dire che anche a Torino la formazione di Mourinho ha confermato di essere, per il momento, più fumo che sostanza, insomma una griffe un po’ vintage. Persino Pogba – applauditissimo – è sembrato un lontano parente del giocatore immenso di qualche stagione fa, così come Martial e Sanchez, i testimonial di una decrescita felice. Gli inglesi hanno poco gioco e pochi guizzi, paiono coperti da un sottile strato di muffa: non erano così qualche tempo fa. Eppure hanno avuto la forza prima di pareggiare e poi di scassare lo Stadium quando pareva che dovesse calare il sipario.

Per vincere alla Juventus sarebbe bastato servire in profondità Ronaldo, sfruttarne la capacità di penetrazione, la velocità e il tiro. Non a caso, al primo assist buono, di Bonucci, in verticale, CR7 ha spezzato l’equilibrio del risultato. Elementare Watson, diceva quello là. Restano comunque alcune evidenze: si è avvertita l’assenza di Cancelo e il centrocampo per un’ora ha perso qualcosa senza Matuidi. Però anche in questa versione sincopata, i campioni d’Italia hanno messo insieme al palo di Khedira la traversa di Dybala, ouverture della ripresa, e il golasso di Ronaldo, due occasioni sprecate da Pjanic, una da Cuadrado. Uno sciupìo costato carissimo.

Vittorio Oreggia

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