Cosenza (LaPresse) – Nelle prime ore della mattinata, a Cosenza i carabinieri hanno eseguito 16 misure di custodia cautelare. Di cui 10 in carcere e 6 agli arresti domiciliari. Sono state emesse dal gip per ricettazione, furto ed estorsione in concorso. E due misure di custodia cautelare. Di cui una in istituto di pena minorile e una in comunità. A seguito di un’ordinanza del gip del tribunale dei minorenni di Catanzaro, per associazione per delinquere finalizzata ai furti di auto e successive estorsioni.
Numerose auto rubate negli ultimi tempi
L’indagine è partita dopo un aumento dei furti di veicoli rilevato nell’area urbana di Cosenza e Rende e nella zona di Montalto Uffugo, nel cosentino (molti dei quali ritrovati pochi giorni dopo la presentazione della denuncia di furto). Gli investigatori hanno individuato una banda specializzata nei furti di auto. Dopo aver rubato i veicoli (in particolar modo Fiat Panda, Punto, Grande Punto, 500 e Lancia Y), contattava i proprietari da cabine telefoniche pubbliche. Chiedendo denaro per restituire le vetture. Gli incontri avvenivano nel cosiddetto ‘Villaggio degli Zingari’ di Cosenza.
Solo dopo avere ottenuto il denaro (con somme variabili da 300 a 1.500 euro), i malviventi – secondo gli inquirenti – indicavano ai proprietari dei mezzi il luogo dove avrebbero potuto ritrovarli. Se le vittime non aderivano alle richieste di estorsione i componenti del gruppo smontavano le autovetture, vendendo i pezzi di ricambio. I militari avrebbero accertato le responsabilità degli indagati in merito a 52 furti di autovetture, seguiti da altrettanti episodi di estorsione, raccogliendo anche le dichiarazioni delle vittime (48 persone ascoltate), la maggior parte delle quali ha collaborato con i carabinieri nell’identificazione degli autori.