Roma – Sea Watch e Mediterranea, nell’ambito dell’Alleanza United4Med, partono il 4 gennaio con due imbarcazioni da Malta. Per andare in sostegno della nave Sea Watch 3 che ormai da 14 giorni attende l’assegnazione di un porto sicuro per le 32 persone, donne, uomini e bambini, salvate nel Mediterraneo Centrale il 22 dicembre scorso.
Questa missione congiunta ha tra i suoi scopi quello di portare supporto logistico e materiale alla nave, consentendo il cambio equipaggio e i rifornimenti. Di permettere ai parlamentari tedeschi di rendersi conto della situazione a bordo per potere fare pressione sul governo di Berlino che non ha ancora dato risposta positiva alla richiesta di decine di città tedesche disponibili ad accogliere le persone salvate. Ed anche di portare i giornalisti internazionali, tedeschi e italiani affinché possano ancora una volta raccontare le conseguenze della violazione dello stato di diritto nel Mediterraneo. E infine di spingere gli Stati europei, a cominciare da Malta e dall’Italia, a dare un porto sicuro, come il diritto del mare prevede, alle 49 persone soccorse dalla Sea-Watch 3 e dalla Professor Albrecht Penck di Sea-Eye.
La nave non trova un porto dove attraccare
Questa iniziativa ribadisce inoltre, e soprattutto, che le navi che salvano le vite in mare non sono sole. Che tanta parte della società civile europea non si rassegna alla disumanità e alla violenza dell’indifferenza. Che tra mare e terra esiste un ponte fatto di alleanze e solidarietà inarrestabili. Stiamo facendo, una volta di più, quello che le autorità e i governi continuano a non fare. Andare a prestare soccorso a chi in mare rischia la vita a causa delle politiche europee di chiusura dei canali di ingresso legali. Facendo ogni sforzo possibile per ridurre le sofferenze di persone, anche bambini piccolissimi, che hanno già affrontato l’inferno dei deserti e dei lager libici. Perché una società che viola i diritti fondamentali di alcuni è una società insicura e pericolosa per tutti.
Chiediamo ai Sindaci delle città d’Europa, alle realtà associative, ad ogni singola persona che crede in un futuro di giustizia e umanità di sostenere queste richieste e continuare a navigare insieme a noi. Gli equipaggi di Sea-Watch e Mediterranea.
(LaPresse)