Isernia, maltrattamenti sui bimbi: sospese due maestre della scuola materna

In precedenza le madri avevano denunciato i maltrattamenti

ISERNIA – La polizia di Isernia ha sospeso dall’insegnamento due maestre di 49 e 58 anni. Che svolgono la loro attività all’interno di una scuola dell’infanzia statale della provincia di Isernia. Durante un’attività di indagine svolta con intercettazioni audio e video hanno riscontrato maltrattamenti nei confronti dei bambini. Denunciati in precedenza da alcune madri.

I dettagli dell’operazione saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa che si terrà presso la Questura di Isernia alle ore 10.30.

Meno di una settimana fa arrestate quattro educatrici per maltrattamenti a bambini autistici

Nuovo caso di maltrattamento su minori. Minacce, insulti, strattonamenti ma anche mani legate, bocche imbavagliate o tappate con fazzoletti quasi da non poter più respirare. Sono queste alcune delle violenze che quattro educatrici hanno commesso su alcuni ragazzini autistici. All’interno di un centro di riabilitazione privato, ‘Istituto Sant’Agostino’ di Noicattaro, nel barese, convenzionato con il Servizio sanitario nazionale.

Secondo il quadro accusatorio le maestre, tra i 28 e i 42 anni, che si occupano di percorsi educativi e riabilitativi di minori affetti da autismo e altre disabilità mentali, avrebbero colpito i ragazzi con schiaffi e pizzicotti. Il tutto è stato documentato dalle immagini delle telecamere. Grazie anche alla denuncia di una dipendente del Centro che ha riferito ai carabinieri di aver assistito, dal 2016 a comportamenti violenti e vessatori. Da parte di alcune educatrici nei confronti dei pazienti. Dai video emergono scene agghiaccianti con ceffoni e calci su inermi ragazzini che non possono neanche reagire.

I militari hanno così iniziato ad indagare e hanno verificato, anche grazie alle intercettazioni, l’esistenza di almeno un centinaio di episodi di maltrattamenti. Le vittime sono tutte affette da un agrave forma di autismo, e quindi non sono mai state in grado di parlare e di riferire le violenze subite.

(LaPresse)

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