Omicidio Sacchi, il gip: a fornire l’arma a De Propris è stato il papà

L'arma che ha ucciso il giovane romano però non è mai stata trovata

Foto Cecilia Fabiano - LaPresse 29-11-2019 Roma (Italia) CronacaRoma, arresti per l'omicidio di Luca Sacchi Nella Foto: gli arrestati in via In Selci Photo Cecilia Fabiano - LaPresse November 29, 2019 Rome (Italy) NewsPeople arrested for the murder of Luca Sacchi In The Pic: the people arrested

ROMA – Nuovi risvolti nelle indagini sull’omicidio Sacchi. Si aggrava la posizione di Armando De Propris, padre di Marcello, il giovane di San Basilio che ha dato l’arma a Valerio Del Grosso, autore materiale dello sparo che ha ucciso Luca Sacchi, il 24enne romano ucciso con un colpo di pistola alla testa lo scorso 23 ottobre. Intanto, le dichiarazioni rilasciate da Anastasia, fidanzata della vittima, non convincono gli inquirenti.

Omicidio Sacchi, l’ipotesi del gip: “L’arma l’ha fornita il padre di Marcell de Propris”

Ad Armando De Propris, che si trova in carcere per possesso di droga, i pm contestano la detenzione illegale della pistola calibro 38 utilizzata da Del Grosso. L’arma che ha ucciso Luca Sacchi però non è mai stata trovata. Per il gip “l’ipotesi investigativa è che l’arma fornita da Marcello De Propris a Del Grosso sia stata data al primo dal padre“. 
Per l’uomo, il gip di Roma ha notificato un provvedimento di custodia cautelare in carcere. 

Le dichiarazioni di Anastasa “lacunose e poco plausibili”

Poco convincenti sarebbero inoltre le dichiarazioni rese da Anastasia, definite “lacunose, inverosimili e in più punti scarsamente plausibili“. Questo il giudizio del gip di Roma che ha disposto un provvedimento con cui ha respinto una istanza di revoca della misura dell’obbligo di firma presentata dal difensore al termine dell’interrogatorio che si è svolto lo scorso 4 dicembre. La giovane è accusata di tentato acquisto di sostanze stupefacenti.

La prossima udienza

Fissata per lunedì 16 dicembre l’udienza del tribunale del Riesame dopo le istanze presentate da alcuni indagati. Tra questi, anche i legali di Anastasia e quelli di Giovanni Princi, l’amico di Luca che secondo l’accusa quella sera gestì la trattativa con i pusher di San Basilio.

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