Libia, Gentiloni: “Abbiamo perso influenza durante il governo gialloverde”

"Nei 14 mesi del governo Lega-5stelle, l'Italia ha un po' lasciato andare il dossier Libia sia sul piano della cooperazione economica sia su quello dell'impegno umanitario relativo ai campi e ai rifugiati".

Foto Vincenzo Livieri - LaPresse

ROMA – “Nei 14 mesi del governo Lega-5stelle, l’Italia ha un po’ lasciato andare il dossier Libia sia sul piano della cooperazione economica sia su quello dell’impegno umanitario relativo ai campi e ai rifugiati”. E dunque, checché ne dica il leghista Salvini, proprio nel periodo in cui lui era al comando “la mancanza di iniziativa italiana, il passo indietro degli Stati Uniti e un certo nostro isolamento in Europa hanno portato, purtroppo, a un ridimensionamento clamoroso della nostra influenza in Libia”. Paolo Gentiloni, commissario europeo all’Economia, commenta, in una lunga intervista a Famiglia Cristiana in uscita domani, la situazione di crisi nell’area mediterranea e in Medio Oriente. E non risparmia critiche all’ex ministro degli Interni.

La critica

“Un errore micidiale smantellare la missione Sophia”, dice Gentiloni, facendo riferimento alla missione che aveva il compito, nel Mediterraneo, di impedire il traffico di armi e il contrabbando di petrolio. “Ora occorre impedire che ci siano due Libie, una sotto l’influenza turca e l’altra sotto quella di Egitto e Russia. Andrebbe ripresa una strada che ricostruisca una unità tra le diverse tribù e milizie libiche e che renda tutte loro protagoniste. Non si può sostituire a un processo interlibico una mediazione tra potenze esterne”.

“Iran? Dopo il ritiro americano e le ultime bellicose dichiarazioni di Teheran è sempre più difficile tenere in piedi l’accordo sul nucleare – che comunque aveva evitato che l’Iran diventasse una potenza nucleare – anche per chi, come l’Europa, ci aveva messo tutta la sua buona volontà. Continuiamo a fare sforzi perché l’accordo non diventi carta straccia. L’Europa crede nel dialogo, non nelle decisioni unilaterali”.

LaPresse

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