Covid, sì alle discoteche ma solo all’aperto e con il green pass

ROMA – Nell’estate italiana ci sarà spazio anche per le discoteche, ma solo all’aperto. La data ancora non c’è, e le regole saranno molto stringenti, ma i locali da ballo potranno in qualche modo tamponare le perdite ingenti avute dall’inizio della pandemia. Il via libera è arrivato dal Cts che ha identificato “alcune raccomandazioni” recapitate “al decisore politico”. E proprio al governo toccherà l’ultima parola per il via libera. L’ipotesi è che si possa riaprire dal weekend del 10-11 luglio o al massimo da quello successivo, ovviamente solo in zona bianca.

Si potrà ballare all’aperto e con capienza contingentata al 50%. Per accedere sarà necessario il ‘green pass’ (certificato vaccinale, guarigione dal Covid o tampone negativo nelle 48 ore precedenti). A questo verranno affiancate altre misure come il tracciamento delle persone, e la misurazione della temperatura all’ingresso. Soddisfatto il ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti. L’esponente della Lega mette in luce come la decisione sia stata “sollecitata e promossa” dal Mise anche con un lettera al Comitato per poter accogliere “le legittime aspettative degli operatori del settore”. Una felicità che viene espressa da Maurizio Pasca: “Sono soddisfatto perché ci dà la possibilità di riaprire dopo che stiamo vedendo che si balla dappertutto in maniera abusiva in tutta Italia”, sono le parole a LaPresse del presidente di Silb Fipe, (Associazione Italiana Imprese di Intrattenimento di Ballo e di Spettacolo). “Vedere gli altri aperti che facevano il nostro mestiere ci faceva soffrire, così come vedere gli assembramenti un po’ ovunque – argomenta ancora -. La notizia che il Cts ci permette di riaprire ci dà un po’ di speranza”.

Intanto con l’ordinanza del ministro Roberto Speranza relativa alla Valle d’Aosta tutta l’Italia da lunedì sarà zona bianca. Se le varianti continuano a fare paura al momento la situazione è sotto controllo con un indice Rt che resta stabile a 0,69 e un tasso di incidenza che continua a calare assestandosi a 11 casi ogni 100mila abitanti, ben sotto alla soglia di 50 individuata come minima per consentire quel tracciamento sempre più essenziale specie nei casi in cui si verifichino focolai di variante Delta. A tal proposito l’invito degli scienziati a ministero e Regioni è quello di “alzare il livello di guardia” tramite tracciamento e tamponi. A questo va aggiunta una prosecuzione spedita della campagna vaccinale, e con entrambe le dosi, perché una sola, ricorda il coordinatore del Cts Franco Locatelli, “non basta”.

(LaPresse)

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