Ue, da Parlamento regole per uguaglianza di genere nei trattati commerciali

Anche la commissione Ue commenta il Governo che sta nascendo in Italia
AFP PHOTO / FREDERICK FLORIN

Roma, 12 apr. (LaPresse) – Il rapporto ‘Uguaglianza di genere nei trattati commerciali’, firmato dalle parlamentari Ue Eleonora Forenza e Malin Björk e approvato dal Parlamento europeo a marzo, mette in discussione le politiche commerciali promosse dall’Unione Europea chiedendo che il rispetto dei diritti umani, tra cui quelli delle donne, sia vincolante nei trattati di scambio. “In una Unione Europea che ancora stenta a ratificare e ad attuare la Convenzione di Istanbul, – dichiara Eleonora Forenza (membro del Parlamento Europeo GUE/NGL) – molto spesso i diritti umani e la libertà delle donne vengono ridotti a orpelli retorici. I diritti delle donne sono diritti umani fondamentali e non possono essere considerati mere barriere non tariffarie”.

Il commercio ha un impatto differente su donne e uomini ma nessun accordo commerciale ha mai incluso una prospettiva di genere. Solo il 20% fa riferimento ai diritti delle donne e circa il 60% menziona le “donne” o le “questioni di genere”.

Inoltre, gli accordi commerciali di nuova generazione (TTIP, CETA, TiSA) interessano il campo dei servizi molto più dei precedenti. Secondo quanto emerge dal Rapporto, beni e servizi pubblici di base come l’acqua, i servizi igienico-sanitari, l’istruzione, l’assistenza sanitaria (incluso l’accesso libero e sicuro all’aborto), dovrebbero invece essere forniti dagli Stati in quanto servizi essenziali e non liberalizzati. Se l’indicazione del Parlamento venisse seguita, non sarà più possibile per un paese che non ha ratificato convenzioni internazionali sui diritti umani – come quella sull’eliminazione di ogni forma di disciminazione contro le donne (Convention on the Elimination of All Forms of Discrimination against Women-Cedaw) – stipulare un accordo commerciale con l’Unione Europea. “Ora possiamo, con maggiore forza, immaginare una proposta di giustizia sociale per tutte e per tutti – conclude Forenza – che anteponga la autodeterminazione di donne, uomini, popoli, alla logica del profitto, della deregolamentazione che si è fatta regola, del neoliberismo che si è fatto Super-stato nello spazio europeo”.

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