MILANO – Dopo Sacchi, Trapattoni, Lippi e Mancini, Antonio Conte è il quinto ex cittì azzurro ad entrare nella categoria ‘Allenatore’ della Hall of Fame del calcio italiano, ennesimo riconoscimento ad una carriera nata e proseguita sotto il segno del successo. Un ritorno in famiglia per un tecnico carismatico che in azzurro ha raccolto vittorie sia in campo che in panchina. “Per me – dichiara Conte – questo premio è sicuramente motivo di orgoglio, una grande soddisfazione. Significa affiancare personaggi che hanno fatto la storia del nostro calcio”. Cinque Scudetti vinti, oltre ai trofei internazionali quali la Coppa UEFA, la Champions League e la Coppa Intertoto, vicecampione del mondo nel 1994 e vicecampione d’Europa nel 2000 con la maglia azzurra la sua carriera da calciatore. Nelle vesti di allenatore ha raggiunto due promozioni in serie A sulla panchina del Bari e su quella del Siena, con la Juve tra il 2011 e il 2014 si è confermato campione d’Italia per tre stagioni consecutive, oltre ad avere vinto due Supercoppe italiane; quindi con il Chelsea ha trionfato nella Premier League e nella FA Cup e con l’Inter si è laureato campione d’Italia. Ma non dimentichiamo i due anni da cittì sulla panchina azzurra, quando ha guidato l’Italia fino ai Quarti di finale del Campionato Europeo 2016.
La Giuria della Hall of Fame ha scelto di premiare Conte come allenatore, ma avrebbe potuto tranquillamente essere inserito nella categoria ‘Giocatori’ visti gli innumerevoli trofei nella sua bacheca. “Penso – spiega Conte – che alla fine il riconoscimento sia stato dato considerando entrambe le mie carriere, sia quella di calciatore che quella da allenatore, anche perché in tutti e due i casi ho avuto un percorso importante, con la fortuna e la bravura di vincere praticamente tutto quello che c’era da vincere. Purtroppo è mancato solo qualcosa con la Nazionale, considerando che sono stato vice campione del mondo e d’Europa. Da allenatore sto cercando di ripercorrere lo stesso percorso importante”. Ed è proprio la maglia azzurra indossata a Usa ’94 con il numero 15 sulle spalle il cimelio che l’ex cittì ha consegnato al Museo del Calcio. A Coverciano, la casa dell’Italia, Conte ha vissuto momenti indimenticabili. “Entrare a Coverciano – conferma – è sempre una grandissima emozione. Da quando arrivi al cancello, il centro tecnico suscita emozioni forti, soprattutto perché ci ho vissuto prima da calciatore, ma anche e soprattutto da Ct della Nazionale, che è un’emozione unica. Coverciano per me è stata e sarà sempre casa mia”.
(LaPresse)