ROMA – I ministri degli Esteri del G7 riuniti a Weissenhaus in Germania lanciano un messaggio chiaro a Vladimir Putin dicendo al leader del Cremlino che non riconosceranno “mai” i confini che la Russia “ha cercato di spostare attraverso l’aggressione militare”, all’Ucraina. Una presa di posizione che non lascia spazio ad interpretazioni. Resta immutato invece il sostegno “alla sovranità e all’integrità territoriale dell’Ucraina, compresa la Crimea”. Inoltre il ‘gruppo dei sette’ ribadisce la “determinazione nell’aumentare la pressione economica e politica sulla Russia” e mette in guardia Mosca dall’utilizzo di armi chimiche o nucleari. “Il loro uso avrebbe gravi conseguenze”, viene spiegato.
Un passaggio importante è dedicato poi alla crisi alimentare che si profila a causa del blocco dei porti che comporta lo stop alle esportazioni di grano ucraine. A tal proposito si esorta la Russia a “porre fine” a questa pratica e si avverte del “massiccio impatto” soprattutto in Africa e Medioriente dove c’è un forte rischio di “insicurezza alimentare e malnutrizione” con circa 43 milioni di persone che sono “a un passo dalla fame”.
Un ultimo imperativo resta quello di accelerare gli sforzi per “ridurre e porre fine” alla dipendenza dalle forniture energetiche russe “il più rapidamente possibile” tagliando così “i flussi di valuta estera in Russia” e limitando i mezzi finanziari disponibili “per finanziare la macchina bellica russa”.
Uno scontro diretto che però, sottolinea l’Alto rappresentante dell’Ue per la politica estera Josep Borrell, non è “con la Russia o il popolo russo” ma verso la decisione “presa da leader che rifiutano la responsabilità democratica”. Per questo c’è invece pieno sostegno “a coloro che sono caduti vittime della repressione”, da parte di Mosca.
Dal G7, infine, arriva pure un avviso nei confronti della Cina. L’invito a Pechino, oltre a quello di sostenere la sovranità e l’indipendenza dell’Ucraina, è di non prendere iniziative che possano “indebolire” gli effetti delle sanzioni a Mosca.
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