Usa, Fbi: “Trump teneva i documenti top secret fra giornali e magazine”

La versione resa pubblica, di 32 pagine, contiene numerosi omissis

Perquisizione della Fbi a casa di Donald Trump (AP Photo/Terry Renna)

WASHINGTON – Quattordici delle 15 scatole restituite da Donald Trump a gennaio dalla sua residenza di Mar-a-Lago in Florida alla National Archives and Records Administration contenevano documenti classificati, che erano mescolati con svariati giornali, magazine e corrispondenza personale. È per questo che l’Fbi ha chiesto di procedere con la perquisizione dell’8 agosto a Mar-a-Lago e a rivelarlo è l’affidavit che è stato diffuso dal dipartimento della Giustizia Usa, cioè la dichiarazione giurata che il Bureau presentò al giudice per ottenere il mandato di perquisizione della proprietà di Trump. La versione resa pubblica, di 32 pagine, contiene numerosi omissis: per garantire la sicurezza di testimoni e agenti, nonché “l’integrità dell’indagine in corso”.

L’affidavit spiega che una perquisizione a Mar-a-Lago era necessaria a causa del materiale altamente sensibile che era stato trovato nelle scatole recuperate dai National Archives, che Trump non aveva restituito per mesi dopo avere lasciato la Casa Bianca. “Il governo sta conducendo un’indagine penale riguardante la rimozione e l’archiviazione improprie di informazioni riservate in spazi non autorizzati, nonché l’occultamento o la rimozione illegali di documenti governativi”, afferma un agente dell’Fbi nella prima pagina della dichiarazione giurata per ottenere dal giudice l’ok a un mandato di perquisizione.

Documenti precedentemente resi pubblici mostravano che l’Fbi nella perquisizione di agosto aveva recuperato dalla proprietà di Trump in Florida 11 serie di documenti classificati, comprese informazioni contrassegnate come di livello top secret. L’affidavit non fornisce nuovi dettagli su queste 11 serie, ma riferisce invece appunto di un gruppo separato di 15 scatole che la National Archives and Records Administration recuperò a gennaio dalla tenuta dell’ex presidente Usa, dove non c’era nessuno spazio autorizzato per la conservazione di materiale classificato: secondo la dichiarazione giurata, da Mar-a-Lago erano stati recuperati 184 documenti contrassegnati come classificati, inclusi 25 contrassegnati come top secret. Gli agenti che hanno ispezionato le scatole hanno trovato segnalazioni relative a informazioni fornite da fonti riservate, nonché informazioni collegate al Foreign Intelligence Surveillance Act. Tutti elementi che hanno esposto Trump a nuovi pericoli legali, proprio mentre getta le basi per un’altra corsa presidenziale nel 2024.

“Un totale stratagemma di pubbliche relazioni da parte dell’Fbi e del Dipartimento di Giustizia”, è stato il commento di Trump dopo la diffusione dell’affidavit. “Non ho fatto niente di sbagliato. Siamo stati essenzialmente attaccati. Siamo stati violati. Hanno aperto le casseforti, hanno portato dentro gli scassinatori”, ha affermato ancora sul suo social Truth. Quanto all’attuale presidente Usa, Joe Biden, poco prima della pubblicazione dell’affidavit aveva risposto così a chi gli chiedeva se ritiene che la sicurezza nazionale sia stata compromessa a Mar-a-Lago dal suo predecessore: “Lasceremo che il Dipartimento di Giustizia lo determini”.

(LaPresse)

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