MILANO – “Azione è un partito giovane ma è anche un partito molto consapevole del suo ruolo al centro dello scenario politico italiano, solido nei suoi valori e nei suoi ideali. Ovviamente è anche una grande responsabilità, che è quella di strutturare questo partito giovane e soprattutto di radicarlo sul territorio”. Lo dice Mara Carfagna, presidente di Azione, in una intervista al Corriere della Sera.
“Arrivo alla presidenza di Azione dopo un percorso politico lungo non quattro mesi, ma quattro anni, durante i quali ho sempre cercato di tenere i liberali e i moderati di Forza Italia su una linea di coerenza e quindi anche di resistenza al sovranismo e al populismo della Lega e di Fratelli d’Italia – afferma – Forza Italia dal 2018 ha smesso di essere un partito di centro”.
Carfagna fa sapere di aver chiamato Silvio Berlusconi, leader di Forza Italia, “nei due, tre giorni della crisi del governo Draghi Ma nessuno di noi ha avuto accesso a Berlusconi. L’ho sentito il giorno in cui è caduto Draghi, per dirgli che era un errore e, per correttezza, ci ho parlato qualche giorno prima che maturassi la decisione di entrare in Azione”.
Azione, spiega Carfagna, diventerà primo partito per “un ragionamento che si fonda su tre elementi. Primo, nel mondo il populismo è in declino: cadono Trump e Bolsonaro, e la Brexit decapita un primo ministro dopo l’altro. E io sono convinta che anche il populismo che è arrivato da noi e che poi si è mescolato, in un mix micidiale, alla retorica anti-casta dei grillini, si sgonfierà”.
“Il bipolarismo italiano non sta più in piedi: funzionava quando nel centrodestra prevaleva l’anima moderata e liberale e nel centrosinistra quella riformista. Adesso che riformisti da un lato e moderati e liberali dall’altro si sono ridotti a fare da ruota di scorta dei populisti e dei sovranisti, molti elettori cercheranno una casa, che c’è già: l’ha costruita Calenda tre anni fa”. L’ultimo elemento è “il debutto deludente delle destre al Governo”.
(LaPresse)
