NAPOLI (Francesco Pari) – Eâ il centro penitenziario di Secondigliano lâultimo teatro dellâennesimo giorno di ordinaria follia nelle carceri campane. Ancora unâaggressione ai danni di poliziotti penitenziari e personale sanitario. A denunciare tutto Raffaele Munno, vice segretario regionale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria. âIn tarda serata, un detenuto di origine magrebina, ubicato alla sezione isolamento per motivi disciplinari, ha provocato dei tagli con atti di autolesionismo. Tempestivo è stato il lavoro degli agenti di polizia penitenziaria che hanno allertato subito gli operatori sanitari per le cure del caso. Il detenuto in un primo momento le ha rifiutate e ha tentato un principio di aggressione nei confronti dellâinfermiera di turno riservandole uno sputo al volto. Quando la situazione sembrava essere tornata alla calma, dopo una lunga mediazione con lâintento di ridurre lâescalation da parte degli agenti di polizia penitenziaria, il detenuto durante il tragitto verso gli uffici dellâinfermeria ha aggredito il personale di polizia in servizio. Una infermiera e sette agenti della Polizia Penitenziaria sono state inviate al pronto soccorso dellâOspedale del Mare, tra cui un agente in particolare ha riportato vari traumi contusivi ed una escoriazione al braccio sinistro. Gli altri agenti di polizia coinvolti sono stati inviati precauzionalmente al Pronto soccorso per esposizione ad infortunio a rischio biologico essendo entrati in contatto con il sangue del detenuto a causa dei suoi atti autolesionistiâ. Succede di continuo. Secondo il Sappe dal 2023 si sono registrati 1.760 casi di violenza e 8.164 atti di minaccia, ingiuria, oltraggio e resistenza. Nei primi cinque mesi del 2024, le aggressioni sono state 708, mentre gli atti di violenza e resistenza sono 3.362. Il sindacato della Penitenziaria chiede tolleranza zero. âNon si comprende la mancanza di provvedimenti risolutivi da parte dellâamministrazione regionale e nazionale. Il personale è ormai allo stremo ed ha perso ogni serenitĂ lavorativa. LâAmministrazione penitenziaria deve farsi carico del problema e attuare tutte le misure necessarie per far sĂŹ che il personale di Secondigliano possa svolgere il proprio turno lavorativo in sicurezza. Servono regole ferree per ristabilire ordine e sicurezza nelle carceri, attuando davvero quella tolleranza zero verso i detenuti violenti che, anche in carcere, sono convinti di poter continuare a delinquere nella impunitĂ assolutaâ, ha detto il leader nazionale Donato Capece. Non vanno dimenticati, però, i drammi dei detenuti. Restare su posizioni da âguardie e ladriâ non serve a nessuno. Il carcere è diventato un inferno per tutti. E lo Stato non può piĂš girarsi dallâaltra parte.
Sovraffollamento e servizi impossibili: il personale sanitario è ridotto allâosso
NAPOLI (fr.pa.) – La rieducazione dei detenuti è un miraggio, la sicurezza degli agenti penitenziari anche. E anche curarsi è parecchio difficile. Il personale è in fuga a causa delle condizioni in cui si lavora nei penitenziari. E da Caserta ieri è arrivata una nuova, preoccupante, denuncia. La Uil-Fpl di Terra di Lavoro ha segnalato âle numerose dimissioni e gli esoneri del personale infermieristico in servizio al carcere di Santa Maria Capua Vetere. Sono circostanze che stanno creando malumore, disagi e preoccupazione ai dipendenti, molto preoccupati di rivivere momento del passato, cioè di essere sottoposti di nuovo a carichi di lavoro eccessiviâ. I leader sindacali locali hanno chiesto un incontro urgente ai vertici dellâAsl e del carcere sammaritano per confrontarsi sul problema. Mancano almeno 5 infermieri su 27 in totale in servizio allâistituto di pena casertano, che devono assistere costantemente ben 870. In due hanno rassegnato dimissioni, mentre in tre si sono dichiarati inabili al lavoro. E con le ferie estive in vista, la situazione non può che peggiorare. E su Santa Maria Capua Vetere câè unâaltra questione aperta, quella del processo agli agenti accusati di aver picchiato i detenuti. Tensione nel corso dellâultima udienza,, quando in aula è entrata la telecamera della Rai Campania. Il pubblico ministero Alessandro Milita è intervenuto dicendo che era contrario alle riprese dellâudienza, riprese e servizi che vanno in onda da quasi due anni. Con lui anche le colleghe Daniela Pannone e Alessandra Pinto. Il cronista Geo Nocchetti a sua volta ha ricordato che âi pm in udienza sono pubblici ufficiali per i quali la Cassazione ha escluso che possano sottrarsi alle riprese salvo che per motivi di sicurezzaâ. Tensione altissima. La situazione tragica delle carceri non è solo, è bene ricordarlo, un problema campano. Basta guardare a quanto avviene al Beccaria di Milano. Dove i detenuti del carcere minorile hanno duramente protestato nelle ultime ore. Non sono mancati atti di autolesionismo. I sindacati della Penitenziaria chiedono al Governo, oltre a un rafforzamento del personale taser, sfollagente, casco, gilet tattico antiproiettile e anti lama. Mentre Patrizio Gonnella (nella foto), presidente di Antigone ricorda: âQuella del Beccaria è una protesta, non una rivolta. Rientra perfettamente in questâultima fattispecie e bisogna cercare di capire cosa sta accadendo in quellâistituto dove, un mese fa, la metĂ degli agenti in servizio sono stati indagati per torture e altri reati connessi ai casi di torture. Il quadro che esce fuori dalle carte della Procura parla di un clima di violenze e sopraffazione generalizzatoâ. Tutti hanno chiesto la visita della premier Giorgia Meloni. PerchĂŠ veda. Giusto dare piĂš di unâocchiata. E non solo al Beccaria.
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