Assunzioni truffa e rimborsi esagerati, indagati 4 consiglieri di Giugliano. ECCO I NOMI

Svolta nell’indagine che coinvolge le commissioni consiliari del Comune di Giugliano. Stamattina, gli agenti del commissariato polizia di Giugliano-Villaricca, sotto la guida del primo dirigente Marcello Castello e su disposizione della Procura di Napoli Nord, diretta dalla dottoressa Maria Antonietta Troncone, hanno eseguito un decreto di perquisizione personale nei confronti di quattro consiglieri comunali: Paolo Liccardo, Maria Vitiello, Salvatore Pezzella e Rosario Ragosta.

L’operazione ha avuto inizio all’alba con perquisizioni nelle abitazioni dei quattro consiglieri. Gli agenti hanno sequestrato dispositivi elettronici, come cellulari, tablet e computer, che potrebbero fornire elementi utili agli inquirenti per chiarire la loro posizione. Parallelamente, sono stati perquisiti anche diversi uffici comunali, con l’acquisizione di documenti cruciali come determine e verbali delle commissioni consiliari, per analizzare le prove legate all’inchiesta. L’inchiesta si concentra su presunte “assunzioni fantasma” mirate a ottenere rimborsi dalle aziende presso cui i consiglieri risultano impiegati, oltre a verificare la loro effettiva partecipazione alle sedute delle commissioni consiliari. L’accusa ipotizzata è grave: truffa e falso ideologico in atto pubblico.

La Procura sta esaminando un periodo specifico, che va da marzo a giugno 2024, per verificare eventuali irregolarità. Le indagini sono iniziate grazie a segnalazioni, che hanno portato gli inquirenti a sospettare che i quattro consiglieri abbiano dichiarato la propria presenza alle commissioni, anche in giornate in cui potrebbero non essere stati effettivamente presenti. Il sospetto è che, tramite false dichiarazioni nei verbali, abbiano ottenuto rimborsi ingiustificati dalle aziende per cui lavorano, sfruttando il regolamento comunale che consente tali rimborsi sulla base delle ore di presenza. Il regolamento comunale prevede che i consiglieri, se impiegati in aziende private, possano richiedere un rimborso per le ore di assenza dal posto di lavoro, giustificate dalla partecipazione alle sedute delle commissioni. Il rimborso è calcolato in base alle ore di presenza nelle riunioni consiliari.

Tuttavia, le prove raccolte sinora suggeriscono che potrebbero esserci discrepanze tra le ore dichiarate e quelle effettivamente svolte. Ora, l’attenzione degli investigatori è focalizzata sull’analisi dei dati estratti dai dispositivi elettronici sequestrati e dai documenti acquisiti durante le perquisizioni. Si punta a verificare se le presenze dei consiglieri nelle commissioni consiliari corrispondano realmente a quanto dichiarato nei verbali, e se il numero di ore lavorative giustificate per i rimborsi sia coerente.

L’inchiesta, ancora in fase preliminare, potrebbe portare a nuovi sviluppi nelle prossime settimane. Gli inquirenti sono al lavoro per raccogliere tutte le prove necessarie per confermare o smentire l’ipotesi di reato. L’attenzione resta alta non solo su questi quattro consiglieri, ma anche su possibili altri coinvolti. Eventuali implicazioni potrebbero mettere in discussione l’intero sistema di controllo delle commissioni consiliari, sollevando dubbi sull’efficacia dei meccanismi di monitoraggio e trasparenza. Nel frattempo, i cittadini di Giugliano seguono con apprensione l’evolversi della vicenda, che tocca direttamente la credibilità delle istituzioni locali e l’integrità del sistema politico comunale. L’ombra del sospetto getta una luce inquietante sul funzionamento delle commissioni, uno strumento fondamentale di democrazia locale che, se distorto, mina la fiducia nella pubblica amministrazione.

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