“Tuo figlio rischia la galera”: la frase per farsi consegnare 25mila euro e gioielli da un’anziana. Arrestato 25enne

AVERSA – “Tuo figlio rischia la galera”: sarebbe stata questa la frase chiave che avrebbe permesso al 25enne di farsi consegnare 25mila euro dalla vittima, una donna di 88 anni. E’ accusato di estorsione aggravata il 25enne di Aversa arrestato dai carabinieri. Il giovane, Cristian Pio Intelligenza, fu coinvolto nell’inchiesta contro il clan Picca di inizio settembre. Stando alle indagini coordinate dalla Procura della Repubblica presso il tribunale di Napoli Nord (procuratore Maria Antonietta Troncone) ed eseguite, come l’arresto, dai carabinieri della Stazione di Aversa, lo scorso maggio, l’anziana donna ha denunciato di essere stata raggirata da un uomo che si fingeva il direttore della sua banca. Il falso direttore l’avrebbe convinta a consegnare 25mila euro in contanti e dei gioielli per evitare l’arresto del figlio. Il provvedimento degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico, firmato dal gip del tribunale di Napoli Nord, scaturisce dalle immediate indagini avviate a seguito della ricezione della denuncia sporta in data 11 maggio 2024 dall’anziana signora, la quale mentre era sola in casa riceveva una telefonata sulla sua utenza domestica da un soggetto che impersonava al telefono il direttore della sua banca di fiducia. Questi le riferiva che avrebbe dovuto pagare a un suo collaboratore, che sarebbe successivamente giunto presso l’abitazione della donna sita ad Aversa, un’ingente somma di denaro per evitare la carcerazione di suo figlio.

La vittima riceveva successivamente una telefonata da un soggetto che si fingeva proprio suo figlio e che confermava tutto quanto riferito dal direttore, approfittando in tal modo della vulnerabilità dell’anziana signora. La donna, di fronte alla prospettazione di tale male ingiusto, per scongiurarne la realizzazione, consegnava la somma contante nonché vari monili in oro, al complice che si era recato poco dopo presso l’abitazione della vittima e che, dopo aver prelevato il tutto, immediatamente si allontanava. L’attività investigativa, svolta anche attraverso la visualizzazione delle immagini estrapolate dai sistemi di videosorveglianza pubblici e privati, consentiva di identificare – per caratteristiche fisiche e somatiche, nonché per gli indumenti indossati – la persona sottoposta alle indagini, che fu successivamente riconosciuta anche dalla vittima. Le successive indagini hanno permesso di ricostruire a carico dell’indagato un grave quadro indiziario, costituito in particolare dall’analitica e dettagliata ricostruzione delle fasi del delitto così come emerse dalla denuncia sporta dalla vittima, dall’analisi dei tabulati di traffico telefonico delle utenze in uso alle persone sottoposte alle indagini, dall’analisi dei sistemi di videosorveglianza pubblici e privati, nonché dal rinvenimento dell’abbigliamento indossato dall’indiziato al momento della commissione del reato presso l’abitazione della vittima. Il 25enne è già detenuto dopo l’arresto dello scorso settembre.
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