MONDRAGONE – Un arresto, quello di David Bonuglia, 62enne originario di Olevano Romano, e 22 indagati a piede libero: è il bilancio dell’inchiesta, coordinata dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, diretta da Pierpaolo Bruni (nel tondo), che ha acceso i riflettori su
ciò che è accaduto, dal 2021 a febbraio 2024, nel comando di polizia locale di Mondragone. Protagonista di questa indagine, coordinata dai
pm Maria Alessandra Pinto e Daniela Pannone, è proprio Bonuglia, ex capo della polizia locale, finito (da lunedì) ai domiciliari (dopo aver
affrontato l’interrogatorio preventivo) su disposizione del gip Maria Pasqualina Gaudiano. Falso, peculato, minacce, concussione: è il fitto
elenco di condotte che vengono contestate al 62enne. Ma nella lista dei reati che, secondo l’accusa, avrebbe commesso, c’è pure la corruzione. Un reato che coinvolge anche Armando Marco Pacifico, al tempo consigliere comunale di maggioranza – durante l’amministrazione di Virgilio Pacifico, ora vicesindaco di Francesco Lavanga (estraneo all’inchiesta), e l’imprenditore Francesco Verazzo, originario di Casal di Principe, ma trapiantato a Capua. La vicenda, datata aprile 2021, ruota intorno alla realizzazione di 6 attraversamenti pedonali.
I carabinieri del Reparto territoriale di Mondragone e del Nucleo investigativo di Caserta, delegati dalla Procura, hanno appreso che Pacifico aveva inviato dei messaggi a Bonuglia riguardanti un preventivo per la realizzazione dei dossi e poi la foto di un biglietto da visita, che riportava le coordinate della ditta di Verazzo. Questi messaggi, secondo l’accusa, hanno attribuito all’allora consigliere il ruolo di
determinatore nella scelta della ditta, formalizzata poi da Bonuglia, incaricata di realizzare gli attraversamenti. E l’ex comandante, ipotizza l’accusa, sarebbe stato ricambiato dall’imprenditore consegnandogli una cucina. Dove sarebbe finita questa cucina, dal valore di 1.316
euro? Negli alloggi che sempre Bonuglia si fece realizzare al primo piano del comando dei caschi bianchi in via Duca degli Abruzzi. In relazione a questa costruzione, Bonuglia risulta indagato per abuso edilizio, invasione di terreni e peculato: sintetizzando, avrebbe usato un ufficio del comando come alloggio abitativo privato, autorizzando interventi che, secondo gli inquirenti, non dovevano essere concessi. Alcuni dei lavori fatti in questa struttura, stando alla tesi dei pm, vennero fatti da addetti della ditta di Verazzo (la predisposizione degli impianti propedeutici al montaggio della cucina e di una parete in cartongesso).
Quindi, dicono i pm, Bonuglia, su indicazione di Pacifico, avrebbe affidato i lavori per 82mila euro di realizzazione dei dossi a Verazzo, ricevendo da lui in cambio una cucina e l’esecuzione di alcune opere nell’ufficio del comando che aveva trasformato in suo alloggio privato. Questa vicenda rientra tra quelle che hanno spinto il gip a disporre la misura cautelare per Bonuglia, assistito dall’avvocato Luigi Iannettone. Logicamente l’ex comandante va considerato innocente, così come gli altri 22 indagati, fino a un’eventuale sentenza di condanna irrevocabile. Non è da escludere che l’iter giudiziario dimostri la loro estraneità rispetto alle condotte che vengono contestate dalla Procura.