NAPOLI – Paura nel quartiere Arenaccia. Una bomba esplode alle 6 del mattino in via Pasquale Baffi. I residenti parlano di un boato in strada. Qualcuno ha fatto esplodere l’ordigno artigianale, la deflagrazione ha provocato danni a due auto parcheggiate, al portone d’ingresso e ad alcune vetrate di un edificio. Non ci sono feriti. I carabinieri del nucleo radiomobile e della stazione di Borgoloreto si precipitano sul posto. Effettuano un sopralluogo e parlano con gli abitanti. Gli investigatori esaminano la ‘mappa’ del territorio: è una zona controllata dal clan Contini. Una delle roccaforti della cosca inserita nell’Alleanza di Secondigliano e in guerra con i Mazzarella del centro storico.
Si riaccende lo scontro nei vicoli. Gli investigatori dell’Arma sospettano un avvertimento e stanno effettuando verifiche, che vanno in questa direzione. A chi era rivolto il messaggio? I militari sono concentrati sull’isolato dove è esplosa la bomba ieri mattina e sulle persone, che abitano in questa zona. Gli accertamenti sono tuttora in corso. Di certo è un’area dove i Contini operano in una sorta di ‘monopolio’, cioè non hanno rivali. Bisogna arrivare alla Duchesca e alla Maddalena per trovare la linea di confine con i Mazzarella. L’ordigno esploso in via Baffi è ad alto potenziale, secondo le prime indagini. La deflagrazione ha mandato in frantumi anche i vetri al primo piano del fabbricato.
Tanta paura tra i residenti di via Baffi: alle 6, seppur ancora quasi deserta la zona, in molti erano già svegli per andare al lavoro, ed hanno sentito distintamente il boato. C’è chi si è affacciato in strada per capire cosa fosse accaduto, e chi invece si è trovato a passare subito dopo. Transennata la zona della deflagrazione, le forze dell’ordine ora stanno ascoltando i residenti e i proprietari delle automobili. Nel palazzo non abitano pregiudicati. I proprietari delle macchine coinvolte sono incensurati, hanno dichiarato di non aver ricevuto minacce e di non avere idea del movente dell’esplosione, così come gli altri condomini. Gli investigatori sperano di acquisire indizi dalle immagini delle telecamere di videosorveglianza, purtroppo limitate a una parte delle aree circostanti e non a quel tratto di Pasquale Baffi direttamente. Nonostante i danni
ingenti a veicoli, portone e vetrate, questi sono comunque considerati riparabili. Le indagini proseguono per fare piena luce sull’accaduto e
identificare i responsabili del raid intimidatorio.