Crepe nella leadership dei De Micco. Frizioni interne e gli assalti dei D’Amico mettono a dura prova i Bodo

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NAPOLI – Ponticelli è tornata a essere teatro di scontri e rivalità violente tra le organizzazioni criminali locali con una escalation che preoccupa le forze dell’ordine e la comunità. La storica leadership del clan De Micco, radicata da anni nel quartiere, sembra mostrare i primi segnali di cedimento a causa delle tensioni interne e dell’aumento delle offensive portate avanti dal clan D’Amico, intenzionato a conquistare nuove porzioni di territorio sottraendole ai Bodo. Negli ultimi giorni, come confermato dagli uomini della Squadra Mobile, a Ponticelli si è registrato un incremento significativo di stese e agguati che testimoniano la volontà del clan D’Amico di mettere in discussione il dominio esercitato da tempo sul quartiere.

Nonostante le pressioni esterne e le lotte intestine, però, il clan De Micco mantiene ancora salda la propria posizione di forza, grazie soprattutto al sostegno dei De Martino, storici alleati che hanno da sempre garantito un equilibrio nei rapporti di potere. La situazione resta però estremamente fragile. La sfida tra i due clan non è solo una mera questione di territorio ma rappresenta un vero e proprio scontro per il controllo economico e sociale del quartiere, dove il potere criminale si traduce in influenza e controllo su attività illecite di vario genere. La tensione è palpabile e rischia di sfociare in una escalation ancora più violenta, con ripercussioni dirette sulla sicurezza e sulla vita quotidiana dei residenti. Le forze dell’ordine sono impegnate a monitorare costantemente l’evolversi della situazione, intensificando le indagini e i controlli per prevenire ulteriori scontri e smantellare le reti criminali.

Tuttavia, la complessità delle alleanze e delle faide interne rende difficile prevedere quale sarà l’esito di questa battaglia per la supremazia a Ponticelli. Il quartiere si trova quindi a un bivio delicato. Da un lato la storica presenza dei De Micco che continua a esercitare una forte influenza, dall’altro un clan D’Amico determinato a ritagliarsi spazi più ampi attraverso l’uso della violenza.

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