I problemi dei cittadini prima dei ministri, il primo giorno di Conte da ‘avvocato del popolo’

Dopo le consultazioni ha incontrato le vittime delle banche e domattina riferirà le loro istante al governatore di Bankitalia, Visco. "Poi penserò alla lista dei ministri da sottoporre al Quirinale. Saranno tutti politici", ha detto il premier incaricato.

Foto Roberto Monaldo / LaPresse in foto Giuseppe Conte

ROMA (Giuseppe Palmieri) – Ha ascoltato tutte le forze politiche, a Montecitorio, per l’intera giornata, poi ha voluto spiegare con i fatti cosa vuol dire essere ‘avvocato del popolo’. Giuseppe Conte, il premier incaricato di formare un governo che sarà sostenuto da Lega e Movimento 5 Stelle, dopo le consultazioni alla Camera con i gruppi parlamentari, ha incontrato una delegazione delle vittime delle banche. “Tutti i truffati saranno risarciti”, ha detto. E ha annunciato anche l’azione successiva. “Domani mattina incontrerò il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco”. Le lamentele delle vittime delle banche riportate, dopo poche ore, sul tavolo della più importante istituzione del settore.

Dialogo e chiusure, la maggioranza può rafforzarsi dopo la fiducia

Conte sa che i suoi primi passi da premier saranno fondamentali. E per questo, ancora prima di sciogliere la riserva sull’incarico e di sottoporsi al parere delle Camere che dovranno dargli la fiducia, ha voluto dare una dimostrazione di vicinanza ai cittadini. Un segnale. Nel corso della giornata, il professore ha incontrato tutte le forze politiche. Tanti no alla fiducia, da Fratelli d’Italia, a Forza Italia, a LeU, al Pd, ai gruppi meno numerosi. Sì deciso da Lega e 5 Stelle. Dovrebbe bastare. Il centrodestra ha fatto sapere che sosterrà il governo su provvedimenti come la flat tax, mentre altri, come Emma Bonino, hanno mostrato un atteggiamento non di chiusura a priori al dialogo col premier.

Prima i cittadini, poi la lista dei ministri

Prima di sottoporsi al voto del Parlamento, però, c’è da definire la squadra dei ministri. Salvini e Di Maio hanno chiarito che sarà lui ad occuparsene e avere l’ultima parola. Dichiarazioni che mirano a tranquillizzare Sergio Mattarella che dal Quirinale ha tuonato, spiegando che non accetterà diktat e non consentirà che il premier incaricato arrivi con una lista scritta da altri.

Rassicurazioni in tal senso sono arrivate direttamente dal professore: “Dedicherò l’intera giornata di domani per elaborare una proposta da presentare al presidente della Repubblica. Saranno ministri politici, persone che condividono obiettivi e programmi del governo del cambiamento e che abbiano dato prova di poter adempiere alle funzioni pubbliche a cui saranno chiamati con disciplina e onore”. Domani si pensa ai ministri. Prima si incontrano i cittadini per ascoltare i loro problemi, per poi sottoporli a chi può dare risposte immediate. Uno stile da governo del cambiamento. Purché ciò non avvenga solo nelle prime ore del mandato.

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