MILANO (Alfredo Stella) – Si aprono nuovi spiragli nella cura delle neoplasia in alternativa alla chemioterapia. Nel caso specifico contro il cancro ai polmoni. Si tratta della ‘Immunoterapia di precisione’. Si utilizzano i farmaci innovativi mirati a risvegliare il sistema immunitario contro il cancro in combinazioni ‘a misura di paziente’, sulla base cioè delle caratteristiche del tumore del singolo individuo.
Nuovi scenari
In occasione della presentazione del nuovo test Tmb (Tumor mutational burden), Gli oncologi sono stati in grado di ‘fotografare’ in modo completo le alterazioni molecolari del tumore analizzando fino a 500 geni. E’ stata aperta la strada alla migliore immunoterapia per il singolo paziente.
I risultati
“I risultati positivi dello studio – afferma Federico Cappuzzo, Direttore Dipartimento Oncoematologia dell’Ausl Romagna – stabiliscono il potenziale di Tmb come importante biomarcatore predittivo per la selezione dei pazienti candidabili al trattamento di combinazione con due molecole immunoterapiche, nivolumab e ipilimumab, nel tumore del polmone non a piccole cellule avanzato”.
I dati
Significativi passi avanti, quindi, contro uno dei primi ‘big killer’: di cancro al polmone, ogni giorno, in Italia vengono diagnosticati circa 115 nuovi casi, 41.800 nel 2017. È una neoplasia in costante crescita, soprattutto fra le donne, e particolarmente difficile da trattare, anche perché il 60% dei casi è diagnosticato in fase avanzataIl tasso di sopravvivenza libera da progressione della malattia a un anno era più del triplo con la combinazione immunoterapica (43%) rispetto alla chemioterapia (13%). “Ci stiamo dunque avvicinando – continua Cappuzzo, alla concreta possibilità di abbandonare la chemioterapia nel trattamento di molte persone, pari a circa il 40%, colpite da questa neoplasia in fase avanzata. Sicuramente un grande vantaggio per i pazienti”.
Gli obiettivi
“Da un lato, fornire la migliore terapia a ogni persona colpita da tumore, dall’altro utilizzare al meglio le risorse disponibili – sottolinea Michele Maio, direttore del Centro di Immunoncologia e dell’Unità Operativa Immunoterapia Oncologica dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Senese – In questa direzione, TMB si sta rivelando un biomarcatore molecolare ‘solido’, cioè analizzabile in maniera univoca, e per questo è particolarmente affidabile”.