Thailandia, ragazzi intrappolati nella grotta da una settimana: aperto un varco alternativo e introdotto del cibo

Della comitiva di una squadra di calcio locale e dell'allenatore, però, non ci sono ancora tracce

Intrappolati da una settimana
Foto LaPresse

MAE SAI – Sono ancora lì. Da una settimana. Intrappolati in una grotta maledetta nella quale entrarono dopo l’allenamento. Dodici ragazzini di una scuola calcio locale, tutti di età compresa tra gli 11 e i 16 anni, si trovano da sabato scorso nella grotta di Tham Luang, nel nord del Paese. Con loro c’è anche l’allenatore, 25enne.

Aperto un varco alternativo, ma la comitiva è dispersa

I ragazzi sono rimasti intrappolati a causa delle piogge monsoniche che si sono abbattute sul territorio. L’acqua continua a scendere in abbondanza, nonostante i tentativi di pomparla attraverso un foro praticato poco dopo l’allarme. I soccorritori, dopo giorni di estenuante lavoro, sono riusciti ad aprire un varco alternativo rispetto all’entrata principale. Ma della comitiva non c’è ancora traccia. La grotta non è piana, lunga 10 chilometri (circa 6 miglia). E, per giunta, le mappe in possesso dei ricercatori non sono complete. Alcune zone restano cieche. E ad oggi non si può escludere nessun’area tra quelle in cui potrebbero aver trovato riparo i dispersi.

Introdotto del cibo per gli intrappolati

Secondo le indiscrezioni che arrivano dalla Thailandia, gli uomini della polizia locale sarebbero riusciti a introdurre del cibo per i 13 intrappolati. Per adesso, però, non possono addentrarsi in profondità per iniziare le ricerche dall’interno. Il problema principale è dato non solo dalla consistenza delle rocce e dalla ‘ignoranza’ sulla composizione interna della grotta, ma anche dall’acqua che continua ad accumularsi.

Il mondo col fiato sospeso

Nei giorni scorsi, le ricerche dei ragazzi intrappolati si erano momentaneamente interrotte proprio per concentrarsi sull’apertura di un varco secondario all’esterno (clicca qui per leggere). Sul posto sono giunti esperti britannici e personale militare direttamente dagli Stati Uniti. La loro competenza, al momento, non è riuscita a bilanciare gli effetti drammatici della natura. Il mondo intero, da giorni, resta col fiato sospeso. La speranza è che i dispersi siano ancora vivi e che, prima possibile, qualcuno riesca a raggiungerli.

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