Carceri, Antigone: “Meno detenuti stranieri, il patto di inclusione paga”

Il bilancio positivo degli istituti penitenziari italiani

carcere

MILANO (LaPresse) – Calano gli ingressi in carcere dalla libertà. Sono stati 24.380 nei primi mesi di quest’anno, erano stati 25.144 nel primo semestre del 2017, segno di un’attività criminale non in aumento. Anche se continuano a salire i detenuti, di poco, circa 700 unità in più negli ultimi 5 mesi. Al 30 giugno, secondo il rapporto di metà anno sulle carceri di Antigone, erano 58.759, 8.127 in più rispetto alla capienza regolamentare.

La situazione delle carceri italiane

“Non c’è un’emergenza stranieri e non c’è un’emergenza sicurezza connessa agli stranieri”, sottolinea Patrizio Gonnella, presidente dell’associazione. “La detenzione degli stranieri in Italia è diminuita di oltre 2 volte negli ultimi 10 anni”. Se nel 2008 il tasso di detenzione, cioè il numero dei detenuti stranieri sul numero degli stranieri residenti in Italia, era dello 0,71%, al 30 giugno di quest’anno il tasso è dello 0,33%. I detenuti stranieri sarebbero addirittura diminuiti in termini assoluti rispetto al 2008.

Diminuiscono i detenuti stranieri grazie al patto d’inclusione

Secondo Antigone il dato è spiegabile con il patto di inclusione. Regolarizzare la posizione degli stranieri e integrarli nella società riduce di molto i tassi di criminalità. Un esempio è quello dei rumeni, che in soli cinque anni sono oltre 1.000 in meno nelle carceri, mentre la loro presenza in Italia è andata crescendo. L’associazione risponde anche a chi propone di costruire nuove carceri: un nuovo istituto in grado di ospitare 250 detenuti costerebbe circa 35 milioni di euro.

I dati di Antigone

“Molto meno – chiarisce Gonnella – costano le misure alternative alla detenzione, che risultati molto migliori danno in termini di abbattimento della recidiva”. Secondo l’associazione attualmente in Italia sono 28.621 i detenuti in misura alternativa. 16.554 in affidamento in prova al servizio sociale, 11.159 in detenzione domiciliare. E 908 in semilibertà. Potrebbero essere 50.000 se non si chiudesse la porta del carcere agli oltre 20.000 che potrebbero averne diritto avendo pene residue inferiori ai tre anni.

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