Afghanistan, caos e morti in aeroporto a Kabul: gas lacrimogeni su folla

"Ci sono circa 10mila persone, tra dentro e fuori l'aeroporto, che cercano di salire sui voli di evacuazione. I pazienti che arrivano da lì non hanno voglia di parlare perché sono in una situazione di grave stress post traumatico"

MILANO – Ancora caos e disperazione all’aeroporto internazionale Hamid Karzai di Kabul, preso d’assalto dai civili dopo l’ingresso nella capitale afghana dei talebani. Mentre la città rimane sospesa, in attesa di capire cosa succederà sotto il controllo degli estremisti, la situazione rimane caotica nei pressi dello scalo da cui partono gli aerei dei Paesi occidentali.

“Ci sono circa 10mila persone, tra dentro e fuori l’aeroporto, che cercano di salire sui voli di evacuazione. I pazienti che arrivano da lì non hanno voglia di parlare perché sono in una situazione di grave stress post traumatico”, spiega Alberto Zanin, coordinatore medico di Emergency dalla capitale afghana. “In aeroporto gli scontri sono una realtà viva, è l’unico posto dove continuano a esserci caos e sparatorie”, precisa.

I feriti che arrivano nella struttura della ong fondata da Gino Strada sono però solo una parte delle persone assiepate nei pressi dell’aeroporto: secondo la portavoce del governo tedesco di Angela Merkel, Ulrike Demmer, citata dalla Süddeutsche Zeitung, anche un cittadino tedesco è stato ferito da un colpo di arma da fuoco sulla strada per lo scalo.

La situazione sarebbe sempre più complessa con il passare delle ore: secondo il Wall Street Journal, personale militare avrebbe usato gas lacrimogeni per cercare di controllare la folla di persone. Un alto funzionario occidentale ha aggiunto che i soldati avrebbero anche sparato colpi in aria per disperdere la folla, ma non è chiaro se si tratti di militari statunitensi o di altre nazioni, presenti nello scalo per le operazioni di evacuazione.

A raccontare il caos sono anche le immagini di bambini ancora in fasce, letteralmente passati sopra il filo spinato dai genitori ai militari stranieri, nella speranza che possano lasciare il Paese. Se infatti, a livello ufficiale, i talebani hanno assicurato moderazione e il via libera ai civili che vogliano lasciare Kabul, la realtà appare molto diversa.

Testimoni e giornalisti stranieri, a partire dalla Bbc, raccontano di posti di blocco dei talebani che bloccano l’accesso allo scalo, mentre da giorni si rincorrono notizie di almeno una dozzina di morti, colpiti dai proiettili dei talebani o schiacciati dalla calca. Anche la Nato, alla riunione dei ministri degli Esteri, si è soffermata sul tema: “La maggior sfida che affrontiamo è garantire che le persone possano raggiungere l’aeroporto di Kabul ed entrarvi. Ci aspettiamo che i talebani assicurino il sicuro passaggio di tutti gli stranieri e degli afghani che vogliono lasciare il Paese”.

Anche la folla rende difficoltose le operazioni. La Germania ha inviato due elicotteri H-145M per portare i civili dai luoghi particolarmente pericolosi o remoti fino all’aeroporto di Kabul, come ha annunciato il ministero della Difesa tedesco. Dalla Spagna invece arriva la notizia che gli aerei da trasporto militare iberici lascerebbero la capitale afghana parzialmente vuoti perché il caos impedisce lo svolgimento delle operazioni, ha spiegato la ministra della Difesa, Margarita Robles.

Scene confermate da Paul ‘Pen’ Farthing a Sky News, ex militare dei Royal Marine britannici che servì in Afghanistan negli anni 2000 e che ora gestisce a Kabul un rifugio per animali: “Lasceremo molte persone lì” perché gli aerei partono ogni ora da Kabul semivuoti, le persone non riescono a raggiungere l’aeroporto.

Di Lorena Cacace

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