Agricoltura, Lonardo (FI): lavoro nero e caporalato dilagano

“In agricoltura 4 persone su 10 lavorano in nero e circa 400mila sono i braccianti agricoli a rischio sfruttamento."

Foto Roberto Monaldo / LaPresse

Roma, 13 lug. (LaPresse) – “In agricoltura 4 persone su 10 lavorano in nero e circa 400mila sono i braccianti agricoli a rischio sfruttamento. È questo il dato drammatico emerso stamani dalla presentazione del quarto rapporto agromafie e caporalato a cura dell’osservatorio Placido Rizzotto della Flai Cgil, tenutasi a Roma. Siamo nel 2018 e sembra paradossale ma purtroppo, invece, lo sfruttamento di esseri umani è ancora un fenomeno all’ordine del giorno. Il lavoro nero ed il caporalato restano la piaga dell’agricoltura e vanno contrastati e combattuti ad ogni costo. Bisogna dare dignità alle persone, indistintamente, che siano esse italiane o straniere”. Lo dice la senatrice Sandra Lonardo, vicecapogruppo di Forza Italia e componente della Commissione Agricoltura.

aggiunge 

“Non è pensabile che ci siano oltre 220mila lavoratori extracomunitari in nero o con una retribuzione molto inferiore a quella prevista dai contratti nazionali. I diritti vanno tutelati ed il lavoro va giustamente retribuito. Se si considera che le donne sotto caporale percepiscono un salario inferiore del 20% rispetto agli uomini. Inoltre abbiamo casi estremi di sfruttamento per cui alcuni lavoratori migranti guadagnano 1 euro l’ora, si potrà comprendere quanto il fenomeno sia grave e pericoloso. I voucher, in tal senso sono sicuramente un utile mezzo per contrastare il capolarato ed il lavoro nero. Il punto è che le leggi ci sono, andrebbero solo applicate. Ciò che mi preme sottolineare è l’importanza di tali rapporti, in quanto strumenti fondamentali per rilevare emergenze e disagi, nonché documenti indispensabili per i legislatori. Dunque bisogna andare a fondo ed approfondire la questione perché, oltre alle promesse mirabolanti e alla demagogia imperante, pare necessario, sul tema lavoro innanzitutto, assicurare regole certe ed uguali per tutti”.

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