Albania, le opposizioni tornano in piazza contro il governo di Edi Rama

Per costringer il premier a lasciare 62 deputati annunciano le dimissioni. Basha: "Nessun Parlamento, neppure di facciata"

Albanian opposition supporters wave the national Albanian flag as police throw tear gas during a protest in front of government building, demanding the resignation of the Albanian Prime Minister Edi Rama, in Tirana on February 16, 2019. - Following a series of accusations for corruption and vote buying, the opposition demands the resignation of the prime minister and the formation of a technical government that would prepare the groundwork for free and fair elections and severe ties with organized crime. (Photo by Gent SHKULLAKU / AFP)

TIRANA – I gruppi d’opposizione tornano in piazza in Albania. Dopo l’assalto di sabato alla sede del governo di Edi Rama i manifestanti sono pronti a scendere in strada per protestare contro i presunti brogli elettorali, la corruzione e la crisi economica.

Una data a dir poco simbolica per il Paese. Nel 1991 in questo stesso giorno veniva infatti abbattuta la statua del dittatore comunista Enver Hoxha. A protestare il Pd del centrodestra guidato da Lulzim Basha e fondato dall’ex premier Sali Berisha. Insieme a loro anche il Movimento socialista per l’integrazione Lsi del centrosinistra, compagine guidata dal presidente della Repubblica Ilir Meta.

I due partiti chiedono le dimissioni dell’attuale primo ministro Rama, capo del partito socialista d’Albania.

L’assalto di sabato tra violenze e arresti, Tirana in preda ai disordini come Caracas

La situazione a Tirana sembra surriscaldarsi ogni giorno che passa. Il ritorno dei manifestanti dopo l’assalto alla sede di governo di sabato non è certo un bel segnale per il Paese. Arresti e dimissioni hanno scosso la Capitale. Il tribunale di Tirana ha condannato sei dei 19 manifestanti arrestati al carcere. A formare i manifestanti, con l’uso dei lacrimogeni, gli uomini della Guardia repubblicana.

Dimissioni per 62 deputati democratici, Basha: “Non può esistere un parlamento di facciata”

Dopo le proteste 62 deputati democratici, accogliendo la proposta di Basha, hanno dichiarato in blocco di voler rassegnare le proprie dimissioni. Lo scopo è quello di costringere il premier a lasciare. Per le opposizioni l’ideale sarebbe instaurare un governo transitorio, per garantire elezioni anticipate.

“Non si tratta di semplici dimissioni. – ha dichiarato Basha – Il fatto è che non ci sarà più un Parlamento, non può esisterne uno di facciata”. Simile l’opinione di Monika Kryemadhi, deputata Lsi: “Rinunciare ai mandati è l’unica soluzione che abbiamo”.

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