Alitalia, Calenda: “Perderemo soldi, tornando indietro la farei fallire”

"Premesso che il prestito ponte è una mia decisione e me ne assumo la responsabilità, la decisione è stata presa perché il costo tra rimborso dei biglietti e l'interruzione dei servizi era molto superiore al prestito ponte, che aveva l'obiettivo di vendere Alitalia"

Carlo Calenda
Foto Fabio Cimaglia / LaPresse in foto Carlo Calenda

ROMA – Alitalia, Calenda: “Perderemo soldi, tornando indietro la farei fallire”. “Premesso che il prestito ponte è una mia decisione e me ne assumo la responsabilità. La decisione è stata presa perché il costo tra rimborso dei biglietti e l’interruzione dei servizi era molto superiore al prestito ponte, che aveva l’obiettivo di vendere Alitalia. Avevamo quasi raggiunto l’accordo con Lufthansa. Che garantiva mantenimento del marchio, continuità su tutte le rotte tranne il medio raggio e ristrutturazione della compagnia come ha fatto con Swiss Air. È saltato perché tutte le forze politiche, Renzi compreso, hanno detto no, Alitalia è strategica. Ma Alitalia da sola non sopravvive”. Così Carlo Calenda a Radio Capital.

“A quella dimensione una compagnia di bandiera non può sopravvivere. Stiamo buttando altri soldi, questa è una nazionalizzaizone mascherata – aggiunge – E Ferrovie ha un problema in più: sulla tratta Roma-Milano avrà una concentrazione enorme e rappresenta anche un problema di concorrenza. È una totale follia, non ha alcun senso, perderemo un sacco di soldi ed è la stessa operazione che fece Berlusconi, ma in peggio, perché i conflitti di interesse interni sono peggiori di quelli di Berlusconi. Tornando indietro, probabilmente la lascerei fallire”.

(LaPresse)

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