Alitalia, Patuanelli contro Atlantia. Holding a sorpresa: pronti al confronto

La società risponde con una nota in cui esprime sorpresa per le parole del ministro, respingendole con forza

Foto Roberto Monaldo / LaPresse in foto Stefano Patuanelli (M5S)

ROMA – Sulla sorte di Alitalia è botta e risposta tra il Governo e la holding dei Benetton che, in un primo momento, sembrava interessata al rilancio dell’aerolinea. “Non c’è stata una risposta di mercato per colpa di Atlantia che ha partecipato fittiziamente a una procedura senza poi voler investire realmente nella compagnia – è il j’accuse del ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli – Questo ha fatto perdere molto tempo e ad oggi non c’è soluzione di mercato”.

La replica di Atlantia

La società risponde con una nota in cui esprime sorpresa per le parole del ministro, respingendole con forza. La holding sostiene che, “diversamente da quanto riportato in varie dichiarazioni politiche, Atlantia mantiene ferma la disponibilità, comunicata al termine del Cda del 19 novembre scorso, a proseguire, se richiesto, il confronto”. Intanto, il testo del decreto Alitalia approvato in Cdm è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale, governo e amministrazione straordinaria cercano di portare avanti il dossier dopo il naufragio del consorzio guidato da Fs. Cui facevano parte Mef, Delta e appunto Alitalia.

Il dossier Alitalia

Ora la road map è cambiata, con il nuovo orizzonte del maggio 2020 per il “trasferimento dei complessi aziendali”. Nel mezzo? Il decreto parla di un piano di “riorganizzazione ed efficientamento”. Tradotto dal linguaggio economico, una cura fortemente dimagrante per personale e flotta, da ridurre di quasi il 30%. Per questo motivo, una delle soluzioni sul tavolo sarebbe quella di affidare subito la gestione del vettore ad un ‘supercommmissario’, che andrebbe a sostituire la triade Discepolo-Paleari-Laghi dopo 30 mesi di commissariamento straordinario.

La linea del ministro Patuanelli

L’idea è però di scovare i colpevoli del passato, o meglio, come ha spiegato lo stesso Patuanelli, “bisogna capire chi negli ultimi 15-20 anni ha ridotto in queste condizioni la compagnia di bandiera che era il fiore all’occhiello del nostro Paese”. Alle porte ci potrebbe essere, non prima di 12-18 mesi, la tedesca Lufthansa, che ha confermato l’interesse per un’alleanza commerciale con Alitali. A patto però che essa venga ristrutturata con uno sforbiciamento di ‘almeno’ 5mila dipendenti.

L’obiettivo della compagnia

Nel frattempo però la compagnia volerebbe ancora con i soldi pubblici, sfruttando i 400 milioni approvati con decreto ad hoc dal cdm di lunedì. La Commissione europea potrebbe accendere un faro su questo ipotetico nuovo aiuto di Stat. Ma i tecnici dell’esecutivo sono in contatto con Bruxelles per non aprire questo nuovo capitolo. E se il fronte liquidità è sempre a rischio, a novembre arrivano buone notizie. Crescono i ricavi da traffico passeggeri e il numero di viaggiatori trasportati da Alitalia. I dati pre-consuntivi relativi all’undicesimo mese del 2019 evidenziano, come si legge in una nota, un incremento dei ricavi del 5% rispetto a novembre 2018 (e del 13,7% sullo stesso mese del 2017).

Sindacati in agitazione

Nel periodo gennaio-novembre 2019, i ricavi da traffico passeggeri sono cresciuti dell’1,6% rispetto allo stesso periodo del 2018 e dell’8,8% nel confronto con i primi 11 mesi del 2017. I sindacati non nascondono la propria ansia. Uiltrasporti conferma lo sciopero del 13 dicembre e chiede di “intervenire sui punti deboli dell’azienda”. Mentre la Federazione nazionale del Trasporto aereo, che riunisce i piloti e gli assistenti di volo di Anpac, Anpav e Anp, invoca un incontro urgente con Patuanelli per “illustrare il progetto di rilancio”.

(AWE/LaPresse/di Alessandro Banfo)

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