America, la Corte suprema dà il via libera al muro con il Messico: “Nessuna violazione né discriminazione”

Respinto il ricorso di tre ing sul piano della Casa Bianca per il confine meridionale. Trump esulta: "Una grande vittoria per il Paese".

in foto Donald Trump

WASHINGTON – La Corte suprema degli Stati Uniti ha recentemente riconosciuto la “legittimità” del muro al confine con il Messico. Una grande vittoria di Donald Trump. I giudici hanno infatti respinto il ricorso avanzato da tre ong. L’obiettivo delle associazioni era quello di ottenere l’annullamento del progetto governativo per la realizzazione di tale opera.

Nessuna violazione paesaggistica o ambientale

La sentenza emessa dal collegio stabilisce, in primo luogo, che il piano della Casa Bianca mirante a erigere il controverso sbarramento non costituirebbe affatto una violazione delle norme federali vigenti in ambito paesaggistico e ambientale. Il progetto è infatti “esplicitamente avallato” dall’Environmental Protection Agency (Epa), autorità preposta alla tutela dell’ecosistema nazionale.

Il progetto non risulta discriminatorio

Un’altra tesi dei promotori del ricorso rigettata dai giudici è stata quella relativa agli “intenti discriminatori” del progetto di Trump. Le ong promotrici del ricorso avevano infatti anche denunciato la “natura disumana” di tale opera. Ad avviso dei ricorrenti, lo sbarramento voluto da Trump avrebbe “negato ai migranti l’esercizio dell’inviolabile diritto a espatriare”. La Corte ha però definito “infondata” la tesi in questione. Sì ribadisce inoltre che il dovere dell’amministrazione federale di provvedere a un’“efficiente salvaguardia” dei confini nazionali. L’organo giudiziario ha sostenuto il potere del governo di adottare “tutte le misure necessarie” per prevenire l’immigrazione di massa. Questo in virtù di una legge federale del 1996, ossia l’Illegal Immigration Reform and Immigrant Responsibility Act.

Il Congresso può solo vigilare sull’attuazione delle norme

Le ong avevano inoltre etichettato la realizzazione della barriera come un “abuso di potere”. Il piano approvato dal presidente non avrebbe tenuto conto dei “rappresentanti del popolo”, ossia i membri del Congresso. Il collegio, nel respingere tali osservazioni, e stato chiaro. “La condotta adottata finora dalle autorità federali non è stata caratterizzata da alcun eccesso di potere. La normativa del 1996, infatti, demanda al solo potere esecutivo l’elaborazione delle strategie nazionali in ambito migratorio. Si assegna invece al Congresso esclusivamente un compito di monitoraggio dell’attuazione di queste ultime”.

Trump: “Una grande vittoria”

Il tycoon ha accolto con soddisfazione il verdetto della Corte suprema, definendolo una “grande vittoria”. Trump ha ribadito la volontà di erigere il muro al confine con il Messico. Il presidente ha quindi esortato il parlamento nazionale a stanziare i “5 miliardi di dollari” necessari ad attuare il progetto varato dalla Casa Bianca. Poi ha assicurato di essere persino disposto a decretare il “blocco dell’amministrazione federale” qualora l’organo legislativo, controllato in parte dai democratici, non dovesse accordargli tale somma.

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