Firenze, inseguimento tra auto, Donzelli (FdI): via assassini e le loro famiglie

"Gli assassini di Duccio Dini", il 29enne fiorentino che domenica scorsa, mentre era fermo a un semaforo alla guida del suo scooter è stato travolto da una delle auto che si stavano inseguendo in via Canova, ed è morto ieri in ospedale, "devono scontare la loro pena in Macedonia, senza sconti di pena"

Foto Vincenzo Livieri - LaPresse
Firenze, 12 giu. (LaPresse) – “Gli assassini di Duccio Dini”, il 29enne fiorentino che domenica scorsa, mentre era fermo a un semaforo alla guida del suo scooter è stato travolto da una delle auto che si stavano inseguendo in via Canova, ed è morto ieri in ospedale, “devono scontare la loro pena in Macedonia, senza sconti di pena”, e “tutti i componenti delle famiglie delle persone coinvolte devono essere allontanate da Firenze, fino al quarto grado: abbiamo esiliato Dante, possiamo mandare via qualche decina di criminali rom”. E’ quanto afferma il parlamentare di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli. “A tutti gli altri rom del Poderaccio – aggiunge Donzelli – sia dato un ultimatum: fino al 31 agosto per mettersi in regola. Dal primo settembre le istituzioni inizino i lavori per trasformare il campo rom del Poderaccio in un’area a disposizione della grande comunità dell’Isolotto: parco giochi per mamme e bambini, un luogo con palestre e campi sportivi per i nostri ragazzi, laboratori per insegnare i mestieri di una volta e i nuovi lavori ai disoccupati e infine un centro anziani, per stare vicini ai nostri nonni”.

l’iniziativa

Il parlamentare di Fratelli d’Italia, che ieri ha partecipato ad un corteo per chiedere legalità e sicurezza, ha postato un video su Facebook sulla situazione a Firenze. “Da anni – sottolinea Donzelli – denunciamo la pericolosa emergenza insicurezza e illegalità che si vive nel quartiere. E’ surreale che e istituzioni della sinistra accusino noi di Fratelli d’Italia di non essere responsabili, dopo che per anni sono stati loro irresponsabili nel consentire gravissime situazione di illegalità nei campi rom. Gli assassini di Duccio, come è oggi chiaro a tutti, avevano numerosi precedenti. Il sindaco e l’amministrazione spieghino allora perché godevano ancora dell’assegnazione degli alloggi”. “Firenze non è una città razzista – conclude Donzelli – ma se continuano a discriminare gli italiani rischiano di esasperare i cittadini”.

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