Animali in città: Napoli premiata, Caserta arranca

Il rapporto di Legambiente sulle performance dei Comuni: amministrazione e Asl Na 1 tra i risultati migliori per le metropoli. Ma mancano aree pubbliche dedicate ai cani: una ogni 79mila abitanti

NAPOLI – Uno studio sulle performance delle amministrazioni comunali e delle Aziende sanitarie per valutare l’offerta per i cittadini che hanno animali d’affezione e, in generale, la migliore convivenza in città con animali. Ieri Legambiente ha diffuso i risultati della nona edizione di ‘Animali in città’. Lo Stivale si presenta a macchia di leopardo, con dati molto diversi anche all’interno di una stessa provincia. La gestione degli amici a quattro zampe nelle città italiane, nella sua disomogeneità, potrebbe essere un buon indicatore del caos amministrativo del Paese, dei suoi immensi divari tra aree geografiche e tra Comuni. Questa edizione analizza dati 2019 e restituisce, quindi, un quadro pre-pandemia: in linea con il trend precedente, cioè in lieve miglioramento complessivo ma senza progressi rilevanti in nessuno dei campi esaminati.

POCHI COMUNI
Hanno partecipato all’indagine 1.069 amministrazioni comunali (circa il 13,5% di tutti i comuni d’Italia, responsabili per i servizi del 27% della popolazione italiana). Il 69,5% di essi dichiara di avere uno sportello (un ufficio o un servizio) dedicato ai diritti degli animali in città. Teoricamente oltre due terzi dei Comuni dovrebbero essere in condizioni di dare buone risposte alle esigenze dei cittadini e dei loro amici a quattro zampe. In realtà, solo uno su sette (15,7%) raggiunge una performance sufficiente e solo Prato, Modena e Bergamo superano il punteggio necessario a raggiungere l’ottimo. Le Aziende sanitarie dichiarano 226 canili rifugio in attività per 36.766 posti disponibili, ma al 31 dicembre 2019 erano ospitati in queste strutture 92.371 cani (2,5 volte i posti disponibili).

IN CAMPANIA
Lo studio è un lavoro complesso che incrocia numerosi parametri e indicatori. In Campania ha partecipato solo l’8,4% dei Comuni, ovvero 46 amministrazioni su 550 (In Emilia Romagna oltre il 20%). La nostra regione presenta un rapporto tra il numero di cani e numero di cittadini molto alto: un cane ogni 6,8 cittadini (cifre più alte si trovano solo in Puglia e Calabria).

NAPOLI PREMIATA
Legambiente, da quest’anno, ha deciso di assegnare il premio nazionale “Animali in Città” rivolto alle esperienze dei Comuni e delle Aziende sanitarie che hanno realizzato, coerentemente con l’analisi dei 35 indicatori per i Comuni e dei 24 indicatori per le Aziende sanitarie, i risultati migliori. Tra i premiati c’è anche il Comune di Napoli per il primo miglior risultato nella valutazione complessiva tra tutte le metropoli (con oltre 500mila abitanti) che hanno fornito i dati. Allo stesso modo a ricevere il riconoscimento c’è anche l’Asl Napoli 1 centro per il primo miglior risultato tra tutte le medio-grandi Aziende sanitarie d’Italia. Rispetto all’indicatore sull’organizzazione delle strutture e i servizi offerti al cittadino Napoli è tra le cinque città che raggiungono la performance eccellente. Ma non mancano problemi, soprattutto in merito all’adozione dei randagi. In media, nelle Aziende sanitarie italiane, nel 2019 ad ogni cane preso in carico è stata trovata felice soluzione. Ma nell’Asl Napoli 3 Sud trova una casa solo un cane su due, ovvero la metà (tra le maglie nere dello Stivale). Napoli arranca anche per numero di aree dedicate agli animali: ne ha una ogni 79.071 cittadini.

CASERTA ARRANCA
Per quanto riguarda il Casertano nel report troviamo le performance di soli otto comuni (Arienzo, Baia e Latina, Casagiove, Casaluce, Casapulla, Castel Campagnano, Parete e San Nicola la Strada) e non c’è il capoluogo di Terra di lavoro. Troviamo invece le performance dell’Asl di Caserta. I pochi comuni che partecipano hanno voti bassi: Arienzo ha performance pessima, Baia e Latina, Casagiove, Casapulla e San Nicola la Strada scarsa, Castel Campagnano e Parete poco meglio ma il voto è insufficiente. L’Asl di Caserta ha una performance complessiva buona, perché, pur avendo organizzazione e servizi con voto ottimo, è appena sufficiente per gli indicatori risorse impiegate su risultati ottenuti e controlli. Insomma c’è ancora molto da fare.

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