Da Fi ad Azione: l’inchiesta bipartisan

Appalti e camorra, 28 indagati
Appalti e camorra, 28 indagati

CASERTA –  “Serenità assoluta!”. Con questa frase scritta sulla sua pagina social il sindaco di Arienzo Giuseppe Guida ha accolto l’indagine che lo riguarda. Guida ricopre anche altri incarichi: è coordinatore provinciale di Forza Italia e presidente dell’agenzia della Provincia Agis (che gestisce gli impianti sportivi dell’Ente). Carica che gli ha attirato critiche, in particolare per la gestione dello Stadio del nuoto in via Laviano e il trasloco del museo Olivetti dalla sede di Villa Vitrone. Secondo la Dda,  Guida, uomo di punta nel Casertano del coordinatore regionale azzurro Fulvio Martusciello, è andato a casa di Nicola Ferraro il 5 marzo scorso e questa visita sarebbe legata all’aggiudicazione dell’appalto dei rifiuti ad Arienzo alla ditta Czeta, guidata da Aniello Ilario e che ha fra i suoi dipendenti Gelsomina Crisci, moglie di Ferraro (non indagata). Ilario sarebbe infatti legato a Ferraro tramite Domenico Romano, imprenditore considerato vicino al clan Nuvoletta. 

Altro nome noto della politica casertana che figura nell’elenco degli indagati è l’ex consigliere regionale e assessore del capoluogo Luigi Bosco, figlio dell’ex sindaco di Casapulla Ferdinando, dirigente regionale di Azione e, scrivono gli inquirenti,  “aspirante candidato alle prossime elezioni europee del 2024”. Dalle carte dell’inchiesta emerge la sua frequentazione di Luigi Rea e Giuseppe Rea, imprenditori nel settore della sanificazione sanitaria e molto legati ai Ferraro. Bosco ha incontrato Romano e Rea, che subito dopo aver interloquito con lui si è recato da Nicola Ferraro. Da parte sua, Giuseppe Rea si avvarrebbe della mediazione di Bosco per rapportarsi con dirigenti delle Asl di Caserta e di Benevento: a maggio scorso ha incontrato il direttore generale dell’Asl di Benevento Gennaro Volpe nella sede della stessa azienda sanitaria.  L’ex consigliere regionale  ha poi preso parte, all’inizio di quest’anno, a un incontro all’Holiday Inn di Napoli con diverse persone legate al mondo della sanità, fra le quali lo stesso Giuseppe Rea e l’ex super dirigente della Regione Angelo Montemarano (non indagato).

Sotto inchiesta anche il medico Pietropaolo Ferraiuolo, zio di Nicola e Luigi Ferraro, eletto consigliere regionale nel 2000 nella lista di Forza Italia e diventato poi vicepresidente dell’assemblea campana. Il legame politico fra lui e i Ferraro è dimostrato dal percorso speculare che hanno fatto: da Forza Italia all’Udeur, quindi dal centrodestra al centrosinistra.
Al nome di Ferraiuolo è legato uno degli episodi più interessanti citati nell’inchiesta: nel luglio scorso, l’uomo di fiducia dei Ferraro Antonio Moraca si è recato prima nell’azienda di Pastorano Artemide global service, di Antonio Montanino. Subito dopo, ha incontrato Nicola Ferraro e gli ha consegnato una busta, che quest’ultimo ha a sua volta lasciato a casa di Ferraiuolo. Gli inquirenti pensano quindi che lo zio custodisca in casa denaro del nipote. Tra gli indagati anche Antonio Innocente, amministratore unico della società Pam. Gli inquirenti si sono concentrati sull’accredito di alcuni bonifici per un totale di 55mila euro da parte di una delle società riconducibili ai fratelli Rea, ritenuti interlocutori di Bosco. Somme accreditate e subito prelevate in contanti. E sotto indagine è finito anche un politico beneventano: il sindaco di San Giorgio del Sannio, l’ingegnere Angelo Ciampi. Anche il Comune sannita, infatti, ha affidato l’appalto dei rifiuti, come Arienzo, alla società Czeta. E pure in questo caso, come per Ferraiuolo, c’è una busta che passa di mano: a novembre 2022 Ciampi riceve un involucro bianco da Aniello Ilario, dominus della società Czeta. 

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