Appalti, la Dia indaga su Schiavone e salta fuori il sistema delle ‘buste’. Fari su San Marcellino

Il tentativo di manipolare la procedura emerso durante una conversazione tra ‘o russ, la moglie e il fratello di un imprenditore

Dia: patto per le elezioni tra Schiavone e Bruno

CASAL DI PRINCIPE – Determinato a sollecitare le proprie conoscenze nelle amministrazioni locali per riuscire a far aggiudicare appalti pubblici alle sue nuove ditte (rigorosamente intestate a prestanome): è così che Nicola Schiavone ‘o russ appariva agli agenti della Dia, che lo hanno tenuto d’occhio dal 2019, quando era stato scarcerato, dopo aver scontato una lunga condanna per mafia, al novembre 2022, data del suo secondo arresto. E monitorando il sollecitare di ‘o russ dei ganci che aveva nei vari municipi, gli agenti hanno appreso che anche un altro imprenditore stava organizzando per turbare una gara gestita dal Comune di San Marcellino. La circostanza emerge da una conversazione del 10 dicembre 2020 proprio tra Schiavone, la moglie Amalia Ucciero e Antonio Letizia, nipote di Giacomo Letizia, ex geometra del Comune di Casal di Principe.

Letizia riferisca alla coppia che suo fratello, titolare di una ditta, era stato avvicinato da tale Gianfranco (per la Dia si tratta di Francesco D’Angiolella) per chiedergli di essere agevolato in una gara d’appalto a San Marcelllino. Come? Organizzando insieme le ‘buste’ per le offerte. Cioè creare una sorta di cartello che sarebbe riuscito a veicolare l’esito della procedura. Ma il germano di Antonio Letizia, stando a quanto quest’ultimo riporta a ‘o russ e consorte, disse a tale Gianfranco di dover prima chiedere ad un altra persona che gli aveva chiesto la stessa cortesia. E questa persona sarebbe stata proprio Schiavone. Antonio spiega, infatti, che il fratello non ricordava se il casalese aveva puntato un appalto a San Marcellino o in un altro Ente. E Schiavone risolve il dubbio: chiarisce a Letizia, ripercorre la Dia, che si stava organizzando per Villa di Briano.
Nel prosieguo della conversazione, gli investigatori affermano che ‘o russ aveva anche chiesto a Letizia aiuti per i lavori banditi mediante manifestazione di interesse dove per intercettarli era necessario conoscere persone a Caserta che potevano inserire nelle liste le imprese da convocare. E Letizia si dice disponibile ad aiutarlo.

L’intercettazione è tra gli atti dell’inchiesta che ha portato Schiavone di nuovo in cella con l’accusa di associazione mafiosa (rischia 8 anni di carcere). Altre conversazioni hanno documentato pure il tentativo da parte di ‘o russ di distendere i suoi tentacoli su Villa di Briano, entrando in contatto con l’ingegnere Silvio Luigi Cecoro, ha ricostruito la Dia, capo dell’ufficio Tecnico, e con Giordano Bruno, ex vicesindaco, poi assessore ed ora, a seguito del recente rimpasto di giunta, consigliere. A ‘o russ non vengono contestate turbative d’asta o altri presunti episodi illeciti riguardanti né Villa di Briano né San Marcellino, ma per gli investigatori inserire nell’indagine tali elementi (queste ipotesi investigative che, in quanto tali, non vanno considerate verità assolute) dimostra la capacità di ramificazione dell’uomo d’affari la cui vicinanza al clan dei Casalesi era già stata tracciata con la sentenza di condanna emessa nell’ambito del processo Normandia. Rispetto alla nuova inchiesta su ‘o russ, Antonio Letizia, il fratello, D’Angiolella, Bruno e Cecoro sono estranei e, per quanto a nostra informazioni, non sono indagati e innocenti fino a un’eventuale sentenza di condanna irrevocabile.

La Dia: patto per le elezioni tra Nicola Schiavone e Bruno

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