Area Nord di Napoli, la faida è finita: le istituzioni festeggiano

Area nord di Napoli, la faida è finita: le istituzioni esultano
Area nord di Napoli, la faida è finita: le istituzioni esultano

ARZANO – Con i 27 arresti di ieri i carabinieri hanno messo fine alla faida che negli ultimi mesi non ha terrorizzato soltanto la città di Arzano, ma anche i Comuni limitrofi come Frattamaggiore, Frattaminore e Caivano. Omicidi, stese, esplosioni di ordigni all’esterno di esercizi commerciali e minacce a pubblici ufficiali. Un’escalation di violenza che costrinse i sindaci delle città a nord di Napoli a scendere in piazza per chiedere una maggiore presenza dello Stato. La riposta c’è stata ieri con 27 misure cautelari, con 23 soggetti spediti in carcere e 4 ai domiciliari. Con il blitz di ieri i militari dell’Arma sperano di aver messo fine alla faida tra i Cristiano e i Monfregolo, che hanno dato vita a una guerra di camorra per il controllo del malaffare nell’area a nord di Napoli. Il picco della faida si ebbe il 24 novembre scorso con l’agguato al Roxy Bar, dove i sicari esplosero colpi di pistola che ferirono cinque persone, due delle quali completamente estranee alla camorra. L’obiettivo del commando era Salvatore Petrillo, nipote del boss Pasquale Cristiano. Il 29enne morì nell’ospedale San Giugliano di Giugliano dopo una settimana di agonia. Se la cavarono, invece, gli altri feriti, si tratta di Vincenzo Merolla, 18enne, e Luigi Casale, 39enne, ritenuti vicini al gruppo dei Cristiano. Investiti dai proiettili anche Mario Abate, 61enne, e Roberto Lastra, 36enne, due idraulici che ebbero la sventura di trovarsi nel posto sbagliato nel momento meno opportuno. Per loro fortuna, le ferite riportate durante l’agguato li misero in pericolo di vita. Grande clamore suscitarono anche le bombe piazzate a Frattamaggiore a Frattaminore, alcune delle quali a pochi passi da locali pieni di clienti. A far salire la tensione anche le stese, per ribadire la potenza di fuoco che i Cristiano e i Monfregolo si sono scaricati addosso. Da ieri, tutto questo, potrebbe avere avuto una fine.

Salvatore Petrillo

La soddisfazione della sindaca Aruta e del comandante della Municipale Chiariello

Anche il sindaco di Arzano, Cinzia Aruta (nella foto), che ha vinto le elezioni pochi mesi fa, ha voluto esprimere la soddisfazione per le 27 misure cautelari che ieri hanno decapitato i gruppi Cristiano e Monfregolo che stavano terrorizzando non solo la città da lei amministrata, ma anche i Comuni limitrofi. “Arzano liberata – ha detto ieri Aruta – E’ stato un giorno pieno di emozioni questo 25 aprile, Festa della Liberazione. Abbiamo apposto una targa all’interno della Casa comunale perché la memoria segni il nostro cammino e sia guida nel presente. ‘Resiste chi non si piega, chi è in grado di riconoscere l’oppressione e sceglie da che parte stare. Ieri, oggi e sempre resistenza’ È l’espressione della decisa volontà della mia città e dell’amministrazione a resistere contro l’illegalità, la camorra e contro chi la vuole piegata e condannata al declino. Ringrazio le forze dell’ordine, la magistratura e quanti ci sostengono in questo sforzo di liberazione”. Ad esprimere la soddisfazione per aver dato una spallata alla malavita organizzata ci ha pensato anche don Maurizio Patriciello, il prete anti-camorra di Caivano. “La lotta alla camorra e ai camorristi non si fermerà viva la libertà”, ha dichiarato il prete da alcune settimane sotto scorta a causa dell’esplosione di un ordigno del Parco Verde e alle scritte intimidatorie.

Omicidi, bombe e stese hanno rappresentato soltanto una parte dell’escalation di violenza che ha caratterizzato gli ultimi mesi nelle città in provincia di Napoli. Grande risalto ebbero le minacce rivolte al comandante della Municipale di Arzano Biagio Chiariello, che poco più di un mese fa dovette fare i conti con la presenza in città di annunci mortuari col suo nome e con una data precisa: il 10 marzo 2022. A sostegno del comandante si mosse un’imponente macchina di solidarietà. Da allora i controlli delle forze dell’ordine ad Arzano, Frattamaggiore e Frattaminore avvengono a cadenza quotidiana. Il blitz di ieri è stata la risposta dello Stato alle minacce rivolte a Chiariello. “Non c’era modo migliore di questo per celebrare la Festa della Liberazione – ha detto ieri Chiariello –  l’operazione dei carabinieri è stata una risposta importante anche alla luce dei fatti accaduti negli ultimi mesi. Lo Stato è presente ed è pronto a ribattere colpo su colpo alle organizzazioni criminali”.

I manifesti mortuari di minaccia a Biagio Chiariello

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